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20
Set

Un Milione: non delibere burocratiche e discrezionali, ma un percorso partecipato e trasparente

Sull’albo pretorio del Comune di Perugia è apparso questo documento, che va assolutamente letto: Un Milione – Determina utilizzo fondi della Capitale italiana della Cultura

Perugia, grazie alla candidatura a Capitale europea della Cultura, quest’anno ha ricevuto 1 milione di euro. Che per il solo mondo della cultura sono una cifra mai vista. Diciamo che nel 2015 la nostra è la città più fortunata d’Italia nel campo della cultura e dell’innovazione, anche per lo sviluppo economico del settore che può essere catalizzato da una cifra del genere. Soprattutto in un periodo di crisi e di mancanza di investimenti culturali ed innovativi.

La questione, finita in questi giorni su tutti i giornali, nasce dalla vittoria del titolo di Capitale italiana della Cultura grazie ad idee e progetti validi che guardano al futuro: questo milione di euro, infatti, non deve essere disperso, consumato e diviso in tanti micro-stanziamenti. Ma, al contrario, va investito per creare imprenditoria culturale e utilizzato per produrre sviluppo sociale. Questo milione di euro potrebbe portare a Perugia vitalità, ricchezza, turismo e lavoro: potrebbe cambiare il volto della nostra città e della sua economia.

dossier perugia capitale europea cultura Nel dossier di candidatura, vincitore del titolo e premiato con i fondi incassati dal Comune, erano previsti coworking, fablab, incubatori d’impresa, rigenerazione urbana, stampa 3D e artigianato digitale. Insomma si progettava la città del domani. Ma il dossier è stato stravolto e le proposte cancellate.

Oltre il merito lascia stupefatti anche il metodo: non c’è stata alcuna partecipazione e condivisione con i cittadini, le associazioni, gli enti e le istitutzioni. Soltanto una determina interna su come suddividere in tanti piccoli stanziamenti questi fondi, che così spacchettati non riescono a fare massa critica.

Inoltre un atto interno, burocratico e del tutto discrezionale mostra evidenti limiti di autoreferenzialità: insomma è mancata la trasparenza.

Non solo, i fondi non verranno usati per costruire qualcosa di vitale, che rimanga nel tempo, o per creare sviluppo che si autosostenga una volta finiti i fondi, ma solo per pagare attività di ordinaria amministrazione. Non c’è stata la volontà di ascoltare e di fare rete, rischiamo di rimpiangere un milione di occasioni perse.

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Cvolantini perugia capitale europea culturaonferenza stampa – TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE SULL’UTILIZZO DEL MILIONE DI EURO PER PERUGIA CAPITALE DELLA CULTURA 2015

I consiglieri del gruppo Pd Mencaroni, Bori, Bistocchi e Vezzosi hanno tenuto, questa mattina, una conferenza stampa sul tema della trasparenza e della partecipazione sull’utilizzo del milione di euro da parte del Comune di Perugia in relazione al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2015.

Tommaso Bori, aprendo l’incontro, ha riferito che questa possibilità è derivata dalla precedente candidatura di Perugia a Capitale Europea della Cultura 2019, progetto che ha permesso al Capoluogo umbro di ragionare sul tessuto culturale e sociale della città.

Ne è derivato un dossier di grande spessore, premiato dal Ministero (Mibact) con 1 milione di euro da destinare a iniziative collegate al titolo di capitale italiana della cultura 2015.

Questo dossier – precisa Bori – è stato totalmente modificato da una determina interna della Giunta Comunale, datata 29 luglio 2015, ma non partecipata né con i cittadini né con associazioni ed operatori del settore.

“Questa, dunque, rischia di essere una occasione persa, ossia di vanificare la possibilità di fare cultura ed imprenditoria, pur sapendo che la cultura rappresenta il vero motore per lo sviluppo dei territori”. Secondo Bori le scelte operate dalla Giunta sono finalizzate, quasi esclusivamente, a saldare le fatture riguardanti iniziative già compiute, come emerge dal testo della determina (si pensi ad alcuni concerti estivi, alla mostra Panza di Biumo, presentata come una grande rivoluzione, ma rivelatasi – a suo dire – di scarso interesse per i perugini ed i turisti, o agli interventi sulla Rocca Paolina, già completati).

Le altre iniziative finanziate, invece, sono state individuate in modo unilaterale dall’Esecutivo, senza alcuna condivisione con i cittadini. Si tratta, nel dettaglio, di progetti che rischiano di “non avere le gambe” per svilupparsi compiutamente: il riferimento, tra gli altri, è al progetto per un museo del medioevo.

Consiglio Comunale Perugia“Noi crediamo – ha proseguito Bori – che il percorso giusto sia quello della partecipazione con i cittadini e coloro che operano nei settori della cultura e dell’imprenditoria; inoltre proponiamo nell’ordine del giorno di dar corso ad un bando pubblico o concorso di idee senza calare dall’alto tutte le scelte, come, purtroppo, sta accadendo. Crediamo, quindi, che la delibera in oggetto sia miope perché guarda solamente al passato senza proiettarsi al futuro”.

Il capogruppo Mencaroni ha puntualizzato che la richiesta principale, contenuta nell’odg del Pd, è volta alla partecipazione e condivisione circa l’utilizzo del milione i euro, con l’obiettivo di rispettare quel protocollo che aveva consentito a Perugia di entrare tra le finaliste per il titolo di capitale europea della cultura.

“C’erano progetti concepiti per sviluppare l’offerta artistica e culturale della città con benefici effetti sul territorio. Questo progetto partiva da una condivisione con la città, integrando percorsi virtuosi che oggi si è preferito abbandonare”.

Tommaso Bori ha ulteriormente precisato che la campagna di comunicazione e la stessa candidatura a capitale europea sono state sostenute dalla Regione dell’Umbria, con risorse proprie; oggi l’Ente regionale non è stato minimamente coinvolto dalla Giunta Comunale circa l’impiego delle risorse ministeriali.

Ad oggi, secondo Bori, nessun Comune dell’Umbria ha a disposizione cifre così alte per la cultura; basti pensare che nel recente passato Perugia poteva utilizzare risorse pari ad un decimo rispetto a quelle in menzione. Dunque le potenzialità connesse ai finanziamenti ministeriali sono enormi.

Bori ha infine sottolineato che le somme di cui si discute sarebbero, in teoria, vincolate al progetto originario; ed invece si è scelto di destinarle ad altri scopi. Dunque un utilizzo poco attento e scarsamente oculato.

centro perugia notte 22Anche il capogruppo Mencaroni ha criticato, come Bori, la scelta dell’Amministrazione di tornare a guardare al medioevo, rincorrendo percorsi ormai superati. Il capogruppo ha parlato della volontà di “Disneyzzare” la città, copiando progetti che non si integrano con la storia e le caratteristiche della città, ma che sono adottabili solo da realtà molto più piccole (es. Assisi o San Gimignano).

Alessandra Vezzosi ha sottolineato che “ricevere un milione di euro rappresenta un’eccezione che non si ripeterà mai più. Per questo vorremmo che si desse corso ad un progetto condiviso che sia in grado di cambiare il volto della città in una prospettiva rivolta al futuro e non al passato. Abbandonando, nel contempo, quegli atteggiamenti elitari che questa Amministrazione sembra aver voluto far propri”.

Insomma per la consigliera PD è determinare utilizzare le ingenti risorse per creare un vero e proprio network, ma a patto di mettere insieme tutte le forze e le ricchezze della città.