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12
Ott

L’aeroporto di Perugia va valorizzato, non denigrato: investire in promozione e nuovi voli con nord-europa, russia ed asia

Dopo le sterili polemiche dei giorni scorsi c’è qualcuno che si occupa di prospettive future e superamento dei problemi: è stato presentato l’atto a firma di tutti i consiglieri del PD sull’aeroporto del Comune di Perugia San Francesco d’Assisi, completamente dimenticato dal Sindaco Romizi e la sua Giunta dall’inizio del mandato.

Mentre l’assessore Fioroni invece di preoccuparsi delle sua delega allo sviluppo economico si diletta nel fare battutine sui social denigrando lo scalo perugino e il sindaco Romizi, insieme al portavoce del centro-destra in Consiglio Regionale Squarta e il sindaco leghista di Terni Latini, si diletta in voli (non solo pindarici) per rilanciare l’aviosuperficie di Terni, noi chiediamo un netto cambio di passo da parte dell’amministrazione comunale rispetto agli investimenti sull’aeroporto, unico scalo nazionale ed internazionale presente in Umbria.

Il Comune di Perugia pur essendo il 4° socio SASE per quote, società di gestione dello scalo perugino, non investe nulla sullo sviluppo aeroportuale e non incide in alcun modo nella governace della società, essendosi auto-escluso e non avendo propri rappresentanti nel CDA vista la mancata contribuzione degli ultimi anni.

La Giunta Romizi ha inoltre scelto di finanziare con 0 euro i progetti di promozione turistica e di co-marketing territoriale. Contemporaneamente la Regione dell’Umbria, tramite Sviluppumbria, la Camera di Commercio e la Fondazione Cassa di Risparmio stanno contribuendo con 3 milioni di euro l’anno, sopperendo anche alle mancanze del Comune di Perugia.

Eppure l’export commerciale da un lato e il turismo dall’altro sono diventati per la nostra città i maggiori volani di sviluppo, grazie a presenze ed attività in costante crescita: i proventi della tassa di soggiorno (circa un milione di euro all’anno) che il Comune incassa non dovrebbero essere dispersi nella fiscalità generale come sta facendo l’amministrazione Romizi, ma investiti al fine di sviluppare maggiormente questi comparti così importanti per la nostra crescita economica. È necessario investire in progetti di co-marketing territoriale e promozione turistica che possano contribuire alla nascita di nuove rotte aeree nazionali ed internazionali, in particolare con i paesi del nord-europa, la russia e l’asia, che con il tempo saranno in grado di “ripagare” pienamente i l’investimento con il prezzo dei biglietti, le presenze turistiche e gli scambi commerciali.

Altra nota dolente per il Sindaco Romizi e la sua Giunta è l’aver dimenticato la vocazione di Perugia come città universitaria: la presenza dell’Università per Stranieri, dell’Università degli Studi, dell’Accademia di Belle Arti, del Conservatorio di Musica, dell’Istituto di Mediazione Linguistica e dell’Umbra Institute, con i relativi progetti di mobilità internazionale quali il Marco Polo, l’Erasmus, il Socrates e il Turandot, portano studenti da tutto il mondo nella nostra città e nella nostra regione con necessità di collegamenti aerei efficaci e comodi.

Il gruppo del Partito Democratico alza lo sguardo anche oltre i confini regionali: la quasi totalità degli aeroporti del centro Italia sono in netta perdita, molti hanno addirittura cessato le attività. Al contrario la solidità economica dello scalo perugino è certificata, anche dal bilancio in attivo. Ciò dovrebbe spingere l’amministrazione Romizi a valorizzare l’infrastruttura presente nel proprio territorio per renderla il principale hub nazionale ed internazionale del centro Italia, anche in conseguenza della chiusura di alcuni concorrenti diretti. Invece di dipingerla come inutile o inesistente come fatto dall’assessore Fioroni.

Chi governa la città dovrebbe averne maggiormente a cuore le sorti: piuttosto che fare battutine da avanspettacolo, dovrebbe utilizzare la leva degli investimenti pubblici per aumentarne l’attrattività nazionale ed internazionale per turisti, studenti ed aziende.



Questo l’ordine del giorno integrale:

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PREMESSO CHE:

• Nel territorio del Comune di Perugia è presente l’unico aeroporto nazionale ed internazionale dell’Umbria, il San Francesco d’Assisi sito a Sant’Egidio e gestito dalla SASE.

• L’aeroporto è stato totalmente ristrutturato e ammodernato su progetto dell’archistar Gae Aulenti con un investimento di 42 milioni e 500 mila euro grazie a fondi ottenuti in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dall’Unità d’Italia.

• Il Comune di Perugia è il 4° socio per numero di azioni, pari al 6,25% del totale, della società di gestione SASE.

RESO NOTO CHE:

• La situazione degli aeroporti del centro Italia è molto difficile e complessa, la quai totalità degli scali sono in perdita, molti addirittura hanno cessato la propria attività. In controtendenza rispetto agli altri, nonostante le problematiche di degli ultimi anni, l’aeroporto San Francesco d’Assisi ha un bilancio in attivo. I positivi dati economici dovrebbero spingere il Comune di Perugia a valorizzare l’infrastruttura presente nel proprio territorio per renderla il principale hub nazionale ed internazionale del centro Italia, anche in conseguenza della chiusura di alcuni concorrenti diretti.

CONSIDERATO CHE:

• Il Comune di Perugia non ha investito risorse in favore dell’aeroporto stanziando 0 euro negli ultimi anni, al contrario degli altri soci come Confindustria, Camera di Commercio e Regione Umbria tramite Sviluppumbria.

• A causa della mancata contribuzione il Comune di Perugia non ha rappresentanti nel CDA e con le sue scelte si è, quindi, auto-escluso dalla governance della SASE e dell’aeroporto presente nel suo territorio.

• Inoltre l’attuale amministrazione non ha stanziato alcun fondo per far in modo che si mantenessero le tratte aeree presenti e che si aprissero nuovi voli, mentre la Regione Umbria (tramite Sviluppumbria), la Camera di Commercio e la Fondazione Cassa di Risparmio stanno contribuendo con 3 milioni di euro l’anno per il progetto di promozione turistica e sviluppo territoriale con queste finalità.

VALUTATO CHE:

• L’aeroporto San Francesco d’Assisi necessita di una contribuzione per sviluppare le rotte aeree, in particolare con il nord-europa e l’asia, che con il tempo saranno in grado di “ripagare” pienamente i costi con il prezzo dei biglietti e le presenze sia turistiche che commerciali e industriali.

• Le nuove rotte aeree da e per Perugia contribuirebbero in maniera significativa all’aumento del volume di turisti che ogni anno arrivano e soggiornano nella nostra città aumentando, di conseguenza, gli introiti che il Comune percepisce dalla tassa di soggiorno che, negli ultimi anni a partire dal 2014, è stata in media di quasi 1 milione di euro.

• Perugia è da sempre città a vocazione universitaria, la presenza dell’Universitá per Stranieri, dell’Universitá degli Studi, dell’Accademia di Belle Arti, del Conservatorio di Musica, dell’Istituto di Mediazione Linguistica e dell’Umbra Institute, con i relativi progetti di mobilità internazionale quali il Marco Polo, l’Erasmus, il Socrates e il Turandot, portano studenti da tutto il mondo nella nostra città e nella nostra regione con necessità di collegamenti aerei efficaci e comodi.

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA:

• A investire, anche economicamente, sull’aeroporto San Francesco d’Assisi affinché diventi un volano di sviluppo economico e uno strumento di mobilità nazionale ed internazionale per la nostra città, sia per la popolazione studentesca, che per le presenze turistiche che gli interessi commerciali.

• Ad incidere sulla govenance di SASE, anche attraverso la nomina di un rappresentante del Comune di Perugia all’interno del CDA, da perseguire con nuovi stanziamenti per il funzionamento dello scalo perugino e dei servizi aereoportuali non di mercato.

• A favorire anche collegamenti intermodali rapidi di mobilità pubblica, mobilità alternativa, mobilità notturna, sia su gomma che su ferro, come in molte città europee e universitarie, tra lo scalo aeroportuale e i principali centri d’interesse cittadino.

• Ad utilizzare la totalità o una parte degli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno, pari a quasi un milione di euro annui, non sulla fiscalità generale ma sulla promozione turistica, economica e commerciale della nostra città e sullo sviluppo di nuovi collegamenti aeroportuali da e per Perugia anche attraverso progetti di co-marketing territoriale e turistico, come stabilito dalla legge.