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Gen

Lavori socialmente utili e politiche di recupero dei detenuti a Perugia

lavori socialmente utili detenuti Già negli scorsi anni sono state attivate possibilità di lavori socialmente utili, come piccole manutenzioni, sia dentro che fuori dal carcere dal carcere di Perugia. Ma soprattutto in questo periodo di feste è necessario tornare a parlarne.

Per questo ho presentato una proposta sul tema delle politiche di recupero dei detenuti che, nel dettaglio, mira a istituire una collaborazione con le istituzioni carcerarie per impegnare i detenuti ritenuti idonei e non pericolosi in lavori socialmente utili sia all’interno che all’esterno della strutture carcerarie.

“Il problema della risocializzazione e del recupero dei detenuti è una questione fondamentale che non va dimenticata, specie nei periodi delle festività natalizie quando emarginazione e solitudine sono particolarmente amplificati. Vorrei sottolineare che si tratta di una proposta aperta alla sottoscrizione di tutti i consiglieri, a prescindere dal gruppo politico di appartenenza”.

Di seguito l’odg integrale:

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Premesso che:

carcere perugia capanne– L’articolo 15 dell’ordinamento penitenziario adottato con l. 354/1975, attribuisce al lavoro un ruolo centrale nel processo rieducativo e di risocializzazione del condannato.

– A partire dalla l. 193/2000 “Norme per favorire l’attività lavorativa dei detenuti”, c.d. legge Smuraglia dal nome del suo proponente, sono introdotti nell’ordinamento strumenti e azioni per favorire la creazione e la gestione del lavoro di persone in esecuzione penale, dentro e fuori il carcere.

Considerato che:

– Fa parte delle politiche di recupero e di reinserimento nella società, oltre che di rieducazione ed impiego attivo del tempo di reclusione, la possibilità di svolgere lavori socialmente utili sia all’interno che all’esterno della struttura carceraria, come già sperimentato nel Comune di Perugia per le politiche di decoro urbano. Sperimentazione andata a buon fine e che sarebbe ampliare e rendere una buona pratica amministrativa.

detenuti lavori socialmente utili– Domenica 30 Novembre 2014 il programma del servizio pubblico “Report” ha proposto un’inchiesta provocatoria e propositiva riportata in breve: “Tutti i detenuti in salute dovrebbero essere obbligati a lavorare, perché nel lavoro c’è il loro recupero e anche quello delle spese giudiziarie, oltre a quelle per il mantenimento in carcere. In Italia l’intero sistema penitenziario grava sulle tasche dei cittadini per circa 2 miliardi e 800 milioni euro l’anno. Mantenere ogni singolo detenuto in carcere costa allo Stato, comprese le spese di sicurezza, circa 4000 euro al mese. Sono cifre importanti che dovrebbero servire anche a reinserire nella società anche le persone che non hanno mai imparato un mestiere. Nella maggior parte delle carceri italiane i detenuti giocano a carte o guardano la televisione. E il 70% quando esce torna a delinquere. Eppure la legge dice che i condannati in via definitiva dovrebbero lavorare, anche per saldare le spese processuali, le multe, o risarcire le vittime dei loro reati. Il problema è che, sempre secondo la legge, vanno retribuiti, però i soldi per pagarli non ci sono, allora si preferisce lasciarli oziare. Perché non cambiare la legge e farli lavorare lo stesso senza pagarli visto che i detenuti devono saldare il loro debito con lo Stato? Sarebbe una partita di giro. C’è poi un’altra legge che permette di impiegarli gratuitamente in lavori di pubblica utilità, come la pulizia dei parchi, delle strade, dei muri, degli argini dei fiumi o del fango delle alluvioni. Ma anche qui nulla si muove, perché dovrebbero essere i comuni a farne richiesta, ma sindaci e assessori non sanno nemmeno che esiste questa legge. Un immobilismo che alla fine vede crescere le spese dello Stato, il degrado delle carceri (perché non li impiegano nemmeno per ridipingere le celle) e i detenuti non rieducati restituiti alla società. Eppure la maggior parte dei detenuti vorrebbero lavorare, anche gratuitamente, invece di guardare tutto il giorno un muro. Gli esempi di come funziona negli Stati Uniti e nel nord Europa, dimostrano che è possibile impiegare i carcerati, con un vantaggio per l’amministrazione e per la dignità della persona.”

Impegna il Sindaco e la Giunta a:

– Collaborare con le istituzioni carcerarie per impegnare i detenuti ritenuti idonei e non pericolosi in lavori socialmente utili sia all’interno che all’esterno della struttura carcerarie, ad esempio per le attività di contrasto al degrado, piccole manutenzioni, decoro urbano e cura delle aree verdi.