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12
Mag

#PoveraPatria [5]

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Oggi tutto il PDL, in maniera compatta, difende Berlusconi e attacca la magistratura. Un’offensiva violenta a reti unificate come mai l’avevamo vista: http://video.repubblica.it/dossier/caso-ruby-bunga-bunga/processo-ruby-pdl-all-attacco-contro-i-magistrati/128333/126833?ref=&ref=fbpr

Pochi giorni fa il Ministro dell’Interno Alfano, nonché Vice-Premier, ha invitato tramite i social network a partecipare alla manifestazione contro i magistrati a Brescia in cui Berlusconi ha lanciato le sue solite e ammuffite accuse sulla Giustizia politicizzata sentite e ri-sentite, tanto da non fare più neppure notizia. In un paese normale questa sarebbe una cosa grave, desterebbe preoccupazioni. (S)Fortunatamente da noi è la norma.

Penso che fosse naturale chiedere al Vice-Premier e Ministro dell’Interno Angelino Alfano le dimissioni per il suo comportamento (a dire il vero abituale) anti-istituzionale. Non si è mai visto che il potere esecutivo manifesti contro il potere giudiziario. Ma questa richiesta di dimissioni non è arrivata e, perciò, credo sia arrivato il momento di non dare più nulla per scontato.

E di fare un pò di chiarezza. Prima di tutto una cosa va chiarita e chi rappresenta il PD a tutti i livelli lo deve ai suoi militanti, ai suoi elettori e a chi, semplicemente, crede e ha creduto nel progetto del Partito Democratico: il Governo con il PDL non lo abbiamo scelto, lo abbiamo subito e dovrà durare il meno possibile facendo le cose necessarie e improrogabili per mettere in sicurezza il nostro paese e poter tornare a votare in modo tale che ci sia un vero vincitore delle elezioni.

alfano-pdl-tribunaleSu questo serve un punto di chiarezza. Deve essere chiaro che noi siamo, siamo stati e saremo alternativi al PDL e non è certo strategica la nostra coesistenza in un Governo con loro, ma una mancanza di alternative. Soltanto il frutto dell’urgenza e della necessità.

Se non si chiarisce questo non si va proprio da nessuna parte.

Se non si dice questo non si tornerà più in sintonia con il nostro popolo e non avremo più la loro fiducia.

Se non si fa questo non si troverà mai la forza di rimboccarsi le maniche e ripartire per ricostruire.