Fare impresa e creare lavoro grazie a sviluppo e semplificazione

il coraggio del cambiamento verticaleSviluppo e semplificazione sono due parole chiave per il nostro futuro, troppo spesso guardate con diffidenza nel passato, ma su cui far perno per uscire da una crisi economica e finanziaria che ha già lasciato troppi segni anche nella nostra città.
Bisogna tornare a fare impresa per creare lavoro e va favorita la cultura di impresa etica. Anche passando per il rafforzamento, da una parte, di nuove forme di contratti e collaborazioni che potrebbero costituire un utile intervento per fronteggiare la crisi e, dall’altra, gli ammortizzatori sociali e le tutele che vanno estesi a tutte le categorie di lavoratori, sia della piccola e media impresa, che i lavoratori autonomi.
Ma la piaga più dolorosa dei nostri giorni rimane sempre il precariato: occorre, per quanto difficile e complesso, costruire dei percorsi di stabilizzazione di chi è precario da anni, a cominciare dal mondo femminile e giovanile, ed evitare che il problema si possa ripresentare in futuro. Senza commettere l’errore di confondere la flessibilità che crea opportunità con il precariato che non permette di costruirsi un futuro.
L’idea è di dare la possibilità a tutti, giovani e meno giovani, di avviare la propria attività grazie ad un “incubatore d’impresa”, un luogo in chi ognuno può entrare con un’idea e uscire con un’azienda grazie al supporto giuridico, commerciale e comunicativo in collaborazione con l’università e al supporto economico di banche, fondazioni e finanziarie.