In questi anni i fondi nazionali per i servizi sociali sono stati praticamente azzerati, Perugia è una delle poche città in Italia ad aver mantenuto tutti i servizi per i bambini, per i minori, per i disabili, per le famiglie e per gli anziani compensando i tagli con il proprio bilancio. Il tutto in un periodo di recessione e crisi come l’attuale che ha visto cambiare radicalmente le esigenze e aumentare notevolmente il numero delle richieste e dei sussidi.
Un’amministrazione che ha fatto del welfare il suo fiore all’occhiello si deve concentrare modo particolare sul settore del sociale e della cooperazione affiancati dal mondo della solidarietà e del volontariato, soprattutto in un momento di gravi difficoltà come questo.
L’impegno è a far fronte, grazie anche ai soggetti che operano sul campo, ai disagi, alle paure alle necessità e alle ristrettezze delle fasce più deboli della nostra società. Come accade, ad esempio, nel centro residenziale di Cure Palliative (Hospice), nei centri anti-violenza con assistenza e residenzialità, nelle residenze protette per anziani e disabili, nelle residenze sanitarie assistite, nelle strutture per minori (gruppi appartamento, comunità familiare, comunità di pronta accoglienza), nei servizi ai bambini, alle madri e alle famiglie (Centro per bambini e famiglie, nido d’infanzia, sezione primavera, mense scolastiche e servizio di trasporto). Nessuno deve rimanere indietro, nessuno deve essere lasciato solo, perché nella nostra idea di società le difficoltà vanno affrontate insieme.