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14
Mag

Ancora sangue in piazza Grimana, non si continui ad ignorare la situazione che peggiora di giorno in giorno

Si continua ad ignorare la situazione dell’area che afferisce a piazza Grimana e lambisce le parti finali di via Ulisse Rocchi e corso Garibaldi peggiora di giorno in giorno: anche questo weekend è stata teatro di violenze, con tanto di sangue versato. Lo spaccio ha rialzato la testa e la trasformazione di uno spazio sociale, come la piazzetta antistante Palazzo Gallenga Stuart, in un parcheggio ha solamente incrementato il degrado dell’area facendone un comodo e rapido punto di scambio tra pusher e clienti.

Gli interventi di risistemazione e miglioramento, come il restauro dell’Arco Etrusco grazie alla donazione di Brunello Cucinelli, la ripavimentazione dell’area finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio o la ricollocazione dei lampioni liberty di fronte all’Università per Stranieri devono essere sfruttati per innescare un circolo virtuoso e pretendere che ad essi seguano interventi di riqualificazione del tessuto sociale della zona, che incrementino gli spazi di aggregazione.

La questione non è di mera sicurezza, ma di degrado urbano che può essere vinto soltanto con una vera rigenerazione urbana. L’attuale amministrazione è andata esattamente nella direzione opposta: ha prima dequalificato una piazza a parcheggio preferendo le macchine alle persone, ora progetta di spostare di fronte all’Università per Stranieri anche i commercianti del Mercato Coperto invece di reinserirli nella loro sede originaria. Al contrario la piazza dovrebbe assumere, sempre di più, la funzione di polo culturale attrattivo in modo da favorire il confronto e l’integrazione tra le diverse realtà che compongono il variegato tessuto sociale che ruota attorno al nostro ateneo.

Gli appelli lanciati a più riprese dal Rettore Paciullo a intervenire, per ora, sembrano caduti nel vuoto. Nulla è stato fatto da parte del Sindaco Romizi e della sua Giunta per invertire la tendenza, nonostante le accorate richieste formulate anche da molte associazioni di residenti. Si è preferito continuare con la politica degli spot come, appunto, l’ultima proposta dell’Assessore Fioroni di spostare i container di piazza del Circo in piazza Grimana, invece di ragionare in maniera organica sulla funzione di una zona ricca di storia e di cultura.

Se si continuerà a “ghettizzare” Piazza Grimana, non considerandola come parte del Centro Storico, ma trattandola come una mera zona di attraversamento veicolare, si acuirà il rischio per i commercianti della zona, gli abitanti dell’area, gli studenti e i lavoratori dell’UniStra di sentirsi sempre più un corpo estraneo.

Sintomo di questa dinamica è senz’altro l’aggressione a sfondo razzista di cui sono stati fatti oggetto alcuni studenti cinesi nelle scorse settimane: bene ha fatto la Presidente Marini a parlare di “preoccupazione e sdegno” nella lettera inviata all’Ambasciatore cinese che a sua volta ha ricordato come, da sempre, “l’Umbria rappresenta una regione di grande visione internazionale, inclusiva ed accogliente, dove arrivano sempre più cinesi per viaggiare, studiare e lavorare. Tutto ciò promuove notevolmente la cooperazione economica e gli scambi culturali tra i due Paesi”. Purtroppo già in occasione del capodanno cinese, proprio durante la cerimonia a Palazzo Gallenga Stuart, le autorità diplomatiche cinesi per bocca del Console Generale Wang Fuguo avevano già rappresentato viva preoccupazione per le condizioni di sicurezza a Perugia e sono tornate a sottolineare la precarietà di una condizione che, se perdurasse, le orienterebbe verso sedi universitarie alternative per la comunità degli studenti cinesi: questa conseguenza rappresenterebbe un grave danno per la città e la sue istituzioni universitarie.

In questi anni la nostra città ha subito una involuzione culturale e una totale mancanza di una risposte, soprattutto concertate con le altre istituzioni, da parte della Giunta Romizi e della maggioranza che la sostiene: il problema non è di solo di ordine pubblico, ma lo stato di degrado che rappresenta il naturale terreno di coltura per comportamenti antisociali che sfociano nella violenza verbale prima e in quella fisica poi e che troppo spesso integrano reati.

L’arroccamento del governo cittadino all’interno delle mura etrusche con uno sguardo miope che spazia solamente da Porta Sole al Colle Landone e considera “contado” tutto il resto della città, non dimostrando alcun interesse per il resto del territorio comunale e per lo spaccato sociale e culturale che lo compone, sta danneggiando Perugia e il suo ruolo di città universitaria europea cosmopolita della multiculturalità e dell’accoglienza. Le nostre proposte, già approvate in Commissione e ora al vaglio del Consiglio Comunale, si pongono l’obiettivo di invertire questa tendenza con azioni concrete e non solo proclami.