BOCCALI: “Non sono certamente un bel ragalo per i suoi 700 anni i tagli del governo all’Ateneo perugino”
“Non è certamente un bel regalo, quello che il governo ha fatto all’ Ateneo di Perugia all’ indomani del suo settecentesimo compleanno. Delle 27 università italiane considerate non virtuose, con tagli più o meno consistenti dei fondi statali (tutte, tranne due, Brescia e Parma, sono del centrosud) Perugia, inaspettatamente, è al secondo posto. Evidentemente è inevitabile la preoccupazione, ed anche la perplessità di una città che ha sempre considerato l’ università uno dei suoi punti di eccellenza, e soprattutto un indispensabile motore dello sviluppo civile, culturale, economico.
Va chiarita innanzi tutto una cosa: ben vengano – all’ interno però di un forte sostegno alla scuola e alla ricerca, che non pare prerogativa di questo governo – delle valutazioni sulla qualità . L’agenzia di valutazione risale al ministro Mussi e al Governo Prodi, e del resto siamo tutti convinti che la competitività del sistema Paese non possa prescindere dal riconoscimento del merito. Ma i criteri debbono essere oggettivi, riconoscibili e solidi. E devono considerare l’istituzione università nei suoi molteplici aspetti, a partire dal ruolo di maggiore agenzia culturale e formativa del Paese.
In generale, mi sembra che ne esca una visione eccessivamente “economicistica” dell’ università e della ricerca, ed alcuni criteri sono da discutere, come la percentuale di chi trova lavoro dopo la laurea: più che la qualità della didattica, in questo caso conta la vivacità del tessuto economico. Anche il più assiduo approccio ai progetti e ai fondi europei premia territori, quindi università , storicamente e geograficamente più vicini ad una dimensione europea.
Chi è più indietro, da questo punto di vista, dovrebbe essere sostenuto, non penalizzato. Alcune logiche mi sembrano invece colpevolmente assenti. Dell’ università , dovrebbe essere sottolineata la ricaduta culturale sul territorio, il far parte della sua crescita e della sua storia, il legame con il tessuto urbano. E’ un aspetto, questo, che preme molto al Comune di Perugia, che negli ultimi anni ha ragionato, di concerto con l’Ateneo, soluzioni per razionalizzare i servizi e la didattica, facendo della presenza degli studenti un tratto distintivo dell’identità di Perugia: la ridislocazione delle Facoltà in Via del Giochetto, la nuova Facoltà di Medicina, la politica delle residenze studentesche (dall’ex Fatebenefratelli alla nuova Monteluce in costruzione) sono alcuni esempi.
In definitiva, è una classifica discutibile, in base alla quale però sono decisi soldi veri. Può certamente essere uno stimolo per tutti a fare meglio, ma intanto il Comune, assieme alle altre istituzioni dell’ Umbria, verificherà con il Rettore Bistoni e l’ Ateneo perugino il modo per valorizzare il ruolo dell’ università per Perugia e tutta la società regionale”.