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22
Lug

Il segnale e il rumore

Come scriveva Gandhi, “in democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica”. Per concludere queste riflessioni, vorrei portare un paio di esempi locali, quelli che conosco per esperienza diretta, e che non pretendono di essere esaustivi delle realtà territoriali della nostra regione: nonostante la crisi trasversale di interesse e partecipazione dei giovani alla politica, c’è spazio comunque per alcune buone pratiche. Porto due esempi dalla realtà umbra: i circoli dei Giovani Democratici di Terni e di Orvieto.

Seppure si tratti di due città profondamente diverse, con storie e realtà sociali differenti, con percorsi politici e amministrativi distinti, entrambe hanno visto lo sviluppo di due circoli che sono riusciti a diventare punto di riferimento per i giovani, anche delle zone limitrofe.

Non parlo soltanto dei risultati elettorali raggiunti dai due candidati dei Giovani Democratici di Terni ed Orvieto, ora rappresentanti istituzionali in Consiglio Comunale delle necessità e delle richieste dei giovani delle loro comunità e che sono comunque la dimostrazione di una presenza capillare sul territorio e di una capacità di intercettare consensi con idee, programmi e proposte formulate da giovani per i giovani. Ma piuttosto delle attività svolte nella quotidianità distante dalla contesa elettorale, con cui si è costruito questo importante traguardo.

Le vittorie elettorali, così come il consenso personale dei candidati, non sono né casuali né improvvisate, ma costruite con anni di lavoro nella comunità giovanile cittadina: entrambi i circoli hanno coinvolto un gruppo di ragazzi nella ri-costruzione della propria sede, prendendo un luogo fisico, mettendolo a posto, promuovendovi iniziative e aprendolo a tutti quelli che lo volessero usare come luogo di incontro e di confronto. Una volta creato un luogo fisico di aggregazione e avendo fatto squadra con tutti quelli che si sono impegnati durante i lavori, si è dialogato con le varie associazioni cittadine e territoriali, aprendo così l’organizzazione giovanile al contributo di tutti e ponendosi come interlocutore politico prima ed amministrativo poi. Importanti sono state le tante attività quotidiane che negli anni i ragazzi hanno svolto per la loro comunità. Da iniziative e momenti che hanno segnato la vita delle città con un profondo trasporto emotivo, soltanto per fare due esempi: la chiamata dei giovani volontari da tutta l’Umbria a seguito dell’alluvione ad Orvieto e la battaglia a Terni per le acciaierie che ha visto in prima fila i Giovani Democratici ternani che sono riusciti a coinvolgere le nuove generazioni. Per arrivare alle tante iniziative di carattere sociale promosse dai ragazzi dei circoli come l’aiuto compiti, l’intrattenimento per i bambini, le ripetizioni scolastiche per i più grandi, l’organizzazione di gruppi di acquisto solidale e la promozione di numerose assemblee e iniziative sui temi caldi del momento.

Tutto questo è riuscito ad invertire il trend negativo delle iscrizioni dei giovani sia ai circoli dei GD che al partito locale, oltre che a ridare un immagine positiva alla giovanile nel proprio territorio. Dimostrazione del fatto che l’impegno sia personale che di gruppo può cambiare le situazioni fino ad invertirle, trasformando ciò che era visto con diffidenza in un punto di riferimento per la comunità giovanile.

Vorrei chiudere con una citazione dall’ultimo libro “Il segnale e il rumore” di Nate Silver, protagonista della rielezione di Obama ed unico statistico inserito da Time nella lista delle 100 persone più influenti del mondo, il quale sostiene che “Il segnale è verità, il rumore è ciò che ci distrae dalla verità. Noi viviamo nel rumore.”

Credo che in questi anni abbiamo troppo vissuto nel rumore di fondo che ci ha distratto dai segnali che arrivavano forti e chiari dalle nuove generazioni, sempre più distanti dai partiti, dalle giovanili e dalle istituzioni, ma con una crescente voglia di partecipazione che riversavano nell’associazionismo. È arrivato il momento di cogliere i segnali che ormai sono sirene d’allarme e di leggerli con chiarezza, non con le lenti sbagliate. Troppe volte si è scelto di giudicare con sufficienza le richieste dei giovani, piuttosto che porsi in confronto sullo stesso piano dialettico, allontanando i più ed isolando i pochi che hanno resistito all’interno dei partiti, delle “giovanili” e delle istituzioni. Mai come ora c’è la necessità di invertire la rotta, anche grazie agli spunti di riflessione come questi.