Tutto un altro blog!

23
Gen

LIBERI TUTTI: Processo breve o Prescrizione rapida?

berlusconi-processoDuro scambio di colpi tra Anm e ministro della Giustizia sul processo breve. Attacca il segretario dell’Associazione Giuseppe Cascini (“è la resa dello Stato ai criminali”) ma il presidente Luca Palamara smorza i toni, ricorda che il giudizio dell’Anm riguarda gli aspetti tecnici del ddl e invita la politica a ascoltare la voce dei magistrati. Parole che il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, sottolinea positivamente. Il provvedimento approvato ieri in prima lettura al Senato andrà avanti, ha assicurato oggi a Montecitorio il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il governo non ha intenzione di limitare l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati che “sono soggetti solo alla legge ma le leggi le fa il Parlamento”.

Parole che suonano come una sfida. Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm, parla di “resa dello Stato di fronte alla criminalità” a cui il Guardasigilli replica: “Mistificazioni che fanno cadere le braccia”. Reduce da Palazzo Madama, dove aveva svolto la relazione sullo stato della Giustizia, oggi Alfano ha replicato alla Camera, ma il dibattito che ne è seguito ha ribadito la distanza tra Pd e maggioranza, allontanando, come hanno spiegato Pierluigi Bersani e Anna Finocchiaro, la possibilità di una riforma condivisa.

“Non abbiamo intenzione di fare regolamenti punitivi o che rendano negletta la giustizia. Crediamo nell’autonomia e l’indipendenza dei magistrati – ha dichiarato Alfano – che sono soggetti solo alla legge, ma alla legge sì, e la legge la fa il Parlamento. I magistrati devono applicare la legge, perché soggetti non al governo né al ministro, ma alle leggi del Parlamento che esprime la sovranità popolare. La stessa in nome della quale i giudici emettono le sentenze. Non ci sono sovranità maggiori o minori”. Il Guardasigilli ha poi ricordato che il ddl sul processo breve sulla ragionevole durata del processo penale, “benché di iniziativa parlamentare è sostenuto dal governo”.

Parole commentate con durezza da Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm. “Noi – ha sostenuto – abbiamo il dovere di denunciare la gravità delle conseguenze di questa legge. Si stanno mettendo in discussione le fondamenta dello Stato democratico”. “Mi cadono le braccia”, ha replicato il Guardasigilli, che ha bollato come “plateali mistificazioni” le previsioni sulle conseguenze del provvedimento, diffuse da “chi non può non sapere che il processo a data certa per la criminalità organizzata dura dieci anni, a cui si aggiungono quelli delle indagini che a loro volta hanno tempi più lunghi rispetto ai reati minori. Stiamo dunque parlando di 13-15 anni”.

Gelido il Pd. Il segretario Pierluigi Bersani ha detto che dopo l’approvazione del processo breve la maggioranza “si carica di una responsabilità grossa. Adesso è molto difficile mettersi a fare una discussione serena” sulle riforme. La destra ha fatto la cosa peggiore che si potesse fare: distruggere la possibilità di giustizia per centinaia di migliaia di persone, cancellare centinaia di migliaia di processi per salvare una persona sola. Questa è una macchia indelebile, anche se la battaglia riprenderà alla Camera”. Valutazioni confermate da Anna Finocchiaro. “Ci troviamo di fronte ad una maggioranza senza vergogna, è l’interesse privato del capo del governo la vera priorità del centrodestra”.

Infine, anche la Lega Nord alza i toni della contrapposizione. “La magistratura – ha detto Matteo Brigandì, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia a Montecitorio – Vuole fare la rivoluzione e il Csm deve essere riformato perché è un organo deviato”.