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3
Nov

Ordine del Giorno su hospice, cure palliative e fine vita

hospicePREMESSO CHE:

- Palliativo non significa “inutile”, la sua definizione esatta deriva dalla parola in latino “pallium”: mantello, protezione. Le cure palliative, nate circa 30 anni fa in Inghilterra, sono la cura globale e multidisciplinare per i pazienti affetti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici e di cui la morte è diretta conseguenza. Nelle cure palliative il controllo del dolore, degli altri sintomi e dei problemi psicologici, sociali e spirituali è di importanza fondamentale. Esse si propongono di migliorare il più possibile la qualità di vita sia per i pazienti che per le loro famiglie. Le cure palliative: affermano la vita e considerano la morte come un evento naturale; non accelerano né ritardano la vita; provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi; integrano gli aspetti psicologici, sociali e spirituali dell’assistenza;  offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia e durante il lutto.

- Le cure palliative sono state definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “…un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare le problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di una identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e delle altre problematiche di natura fisica, psicofisica e spirituale.”

- Le cure palliative si rivolgono a pazienti in fase terminale di ogni malattia cronica ed evolutiva, in primo luogo malattie oncologiche ma anche neurologiche, respiratorie, cardiologiche ed hanno lo scopo di dare al malato la massima qualità di vita possibile, nel rispetto della sua volontà, aiutandolo a vivere al meglio la fase terminale della malattia ed accompagnandolo verso una morte dignitosa. La fase terminale è quella condizione non più reversibile con le cure che, nell’arco di poche settimane o qualche mese, evolve nella morte del paziente ed è caratterizzata da una progressiva perdita di autonomia, dal manifestarsi di sintomi fisici, come il dolore, e psichici che coinvolgono anche il nucleo familiare e delle relazioni sociali.

- L’assistenza domiciliare sanitaria e socio-sanitaria ai pazienti terminali, l’assistenza territoriale residenziale e semi residenziale a favore dei pazienti terminali, i trattamenti erogati nel corso del ricovero ospedaliero e gli interventi ospedalieri a domicilio costituiscono Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.) .

- La rete assistenziale deve essere composta da un sistema di offerta nel quale la persona malata e la sua famiglia, ove presente, possano essere guidati e coadiuvati nel percorso assistenziale tra il proprio domicilio, sede di intervento privilegiata ed in genere preferita dal malato e dal nucleo familiare nel 75-85% dei casi e le strutture di degenza, specificamente dedicate al ricovero dei malati non assistibili presso la propria abitazione.

-  La rete sanitaria e socio-sanitaria dovrà essere strettamente integrata con quella socio-assistenziale, al fine di offrire un approccio completo alle esigenze della persona malata, alla quale dovrà essere garantito, se richiesto, un adeguato supporto religioso. E’ particolarmente stimolata e favorita l’integrazione nella rete delle numerose Organizzazioni Non Profit, in particolare di quelle del volontariato, attive da anni nel settore delle cure palliative, dell’assistenza domiciliare e negli hospice, nel rispetto di standard di autorizzazione accreditamento tecnologici, strutturali e organizzativi precedentemente definiti a livello nazionale e regionale.

- L’Hospice è una struttura sanitaria residenziale realizzata come se fosse il prolungamento della propria casa dove il paziente in fase terminale riesce a vivere con dignità gli ultimi giorni della sua esistenza. L’assistenza in Hospice, integrata all’assistenza domiciliare, è gestita da una unità operativa ed è completamente gratuita.

RILEVATO CHE:

- Uno dei pochi hospice italiano è ospitato dal Comune di Perugia all’ex padiglione Zurli all’interno del Parco Santa Margherita.

- Nell’ultimo periodo il personale dell’hospice di Perugia ha lamentato problemi di vario genere e tipo, in particolare riguardanti l’organico in servizio presso il centro che, nonostante l’abnegazione del personale medico e paramedico, l’esiguità dell’organico fa sì che la struttura di Perugia riesca ad occuparsi soltanto di un basso numero di malati rispetto alla crescente domanda e non può garantire il day hospital di tanti pazienti.

PROPONIAMO CHE:

- Il Comune di Perugia si faccia garante della salvaguardia e della valorizzazione di una struttura come quella dell’hospice perugino, poiché rappresenta un servizio essenziale nella terapia del dolore, in quanto rivolge attenzione alla cura della persona con confort elevati, capaci di garantire la tutela della privacy dei pazienti e un valido aiuto  ai familiari. Dunque promuova presso le istituzioni competenti una adeguata politica di valorizzazione.

- Il Sindaco, la Giunta e i Consiglieri Comunali della III Commissione Consiliare Permanente (Cultura, istruzione, turismo, sport e tempo libero, servizi sociali) contattino da subito la struttura dell’hospice per andare il prima possibile in visita al centro e parlare con il personale, così da poter prendere visione della situazione e dei problemi lamentati.

comune-perugia-logo

Per il gruppo consiliare del
Partito Democratico

Tommaso BORI