Perugia è cambiata. Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera a Perugia è triplicata. La città è oggi casa di oltre 22.000 cittadini stranieri regolari, circa il 13 per cento della popolazione residente. Questa realtà rende necessario elaborare nuove risposte per promuovere l’inclusione, l’integrazione e rafforzare la coesione sociale, costruire un’idea di convivenza che ricrei alleanze sociali e il senso di appartenenza alla comunità. Perugia deve essere una città che rende protagonisti le esperienze, i talenti e le intelligenze del suo volto plurale, deve riconquistare un ruolo di primo piano riscoprendo e valorizzando la sua ricchezza interculturale e multietnica. Una visione che intende valorizzare soprattutto i tanti giovani stranieri di seconda o terza generazione, nati e cresciuti in Italia, ma non italiani per l’anagrafe. Giovani che rappresentano un’occasione per Perugia e per il suo rilancio internazionale.
Vive e lavora nella nostra città anche una grande comunità LGBT che, come in tutte le altre città, contribuisce allo sviluppo e al benessere collettivo del nostro territorio. L’amministrazione può fare molto per migliorare la qualità della vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans favorendo progetti e iniziative per i diritti, promuovendo azioni e servizi di contrasto alle discriminazioni, al pregiudizio, all’omofobia e la transfobia. Campagne di sensibilizzazione e comunicazione per permettere a tutte e a tutti di conoscere e non discriminare. Progetti formativi nelle scuole, sia per gli insegnanti, sia per gli studenti e che per le loro famiglie educandole alla conoscenza e ad un comportamento corretto. Progetti di formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione e delle società pubbliche e private. Rilanciare la partecipazione di Perugia a RE.A.DY. la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per avviare un confronto e una condivisione delle buone pratiche con le altre amministrazioni locali. Una maggiore importanza alle politiche culturali, sociali e di educazione alla salute e alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale.