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29
Set

Politiche amministrative di contrasto alle infiltrazioni mafiose e sul riutilizzo per finalità sociali dei beni confiscati alle mafie

citta-antimafiaSul tema delle politiche amministrative di contrasto alle infiltrazioni mafiose, Tommaso Bori ha presentato una interrogazione rivolta alla Giunta. Con l’atto il consigliere del P.D. chiede all’Esecutivo informazioni sullo stato di attuazione della delibera consiliare approvata tempo fa, nonchè sulla eventuale destinazione dei beni confiscati alle mafie.

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Di seguito l’interrogazione:

CONSIDERATO CHE:

– Alla luce delle indagini sul clan camorristico del Casalesi che hanno portato al sequestro di oltre 320 immobili, 144 autoveicoli, 18 società, 45 quote societarie, 200 conti correnti aperti su 53 istituti diversi, 9 polizze assicurative (tra cui appartamenti nel quartiere di Ponte San Giovanni, vari terreni nel nostro comune ed attività ricettive come l’hotel Giardino e l’hotel Domo) si rende necessaria una seria riflessione istituzionale assieme a tutti gli enti locali, i poli culturali, le forze economiche e sociali della nostra città per sviluppare gli anticorpi contro il fenomeno mafioso, a cui la nostra terra non è abituata e che il nostro tessuto sociale e produttivo non è preparato ad affrontare.

ponte-san-giovanni– L’Umbria risulta tra le mete più appetibili di mafia, camorra e ‘ndrangheta per riciclare denaro sporco lontano dalle loro terre d’origine, dove possono destare meno attenzione e trovare più facilmente acquirenti disposti a vendere per prezzi fuori-mercato. Molte delle attività sequestrate dalle forze dell’ordine erano state create e gestite inizialmente da famiglie perugine o umbre, che poi hanno venduto ai prestanome dei clan. A questo va aggiunto che, oltre al danno dell’infiltrazione mafiosa nel nostro territorio, le organizzazioni criminali portavano un vero e proprio danno economico con truffe ai fornitori, false fatturazioni, distrazione di capitali, bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro sporco.

– La relazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza sull’operazione “Apogeo” dipinge un quadro preoccupante della situazione in Umbria ed in particolare a Perugia per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose, ma ricorda molto la favola di Esopo con protagonista il celebre lupo. Sono positive le reazione di allerta, le dichiarazioni ed i comunicati stampa rilasciati a seguito della conferenza congiunta di carabinieri del Ros, dei comandi territoriali dell’Arma e del Gico della Guardia di Finanza di Perugia e Firenze, ma di certo non si potrà parlare di incidente inaspettato, dato che questa ha tutti i contorni di una tragedia annunciata: sin dagli anni novanta la procura di Palermo segnalava anche l’Umbria fra le terre “sensibili” verso le quali Cosa nostra aveva indirizzato i propri investimenti, tramite una rete di prestanome e di società pulite.

VALUTATO CHE:

mafia-uccide-silezio-pure– L’organizzazione locale di “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” da anni denuncia il pericolo infiltrazioni e riciclaggio a Perugia, soprattutto nel settore edilizio, ponendo particolare attenzione sugli appalti pubblici e sub-appalti, ma anche istituti di credito e bancari, come spiegato nell’audizione alla Commissione Antimafia della Regione Umbria.

– Il Comune di Perugia non parte da zero, ma ha già approvato in Consiglio Comunale un Ordine del Giorno, diventato poi Delibera, in cui si analizza il fenomeno mafioso, si cercano delle soluzioni alle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio, si programma di adottare buone pratiche amministrative per quanto riguarda l’amministrazione comunale e chiedendo un impegno concreto al Governo, alle forze dell’Ordine e a tutte le realtà sociali, culturali, economiche e produttive nel contrasto al fenomeno mafioso.

– Già nel 2008 all’interno della relazione della Direzione Investigativa Antimafia si legge che “La regione Umbria, rappresentando una consolidata piattaforma economica, fondata principalmente nei settori agricolo, commerciale e turistico, con importanti poli economici ad alta redditività, risulta essere obiettivo appetibile per diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso. Ne è riprova l’operazione “Naos” condotta dai Carabinieri del R.O.S. che ha fatto luce, a Perugia, sulla presenza di un “sodalizio mafioso misto”, composto da esponenti dei casalesi e di una cosca della ‘ndrangheta, interessato agli investimenti immobiliari. A Terni, inoltre, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno arrestato il latitante DI CATERINO Emilio, inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi, appartenente alla fazione stragista del cartello dei casalesi.”

assemblea-consiglio-comunale-perugiaRITENUTO CHE:

– Non si possano considerare come slegate le infiltrazioni mafiose ed il riciclo del denaro sporco rispetto al racket della droga e della prostituzione presente nella nostra città. Si interroga il SINDACO e la GIUNTA: – Sullo stato di attuazione della Delibera del Consiglio Comunale riguardante le infiltrazioni mafiose e la lotta alle mafie, in particolare rispetto alle buone pratiche amministrative, agli impegni presi dal Governo e ai rapporti con le Forze dell’Ordine.

– Sulla destinazione dei beni confiscati alle Mafie e il loro riutilizzo per finalità sociali nel territorio del Comune di Perugia”.