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18
Apr

Raccolta, recupero e ridistribuzione gratuita per i farmaci validi non scaduti

La raccolta, il recupero e la ridistribuzione gratuita dei farmaci validi non scaduti è una delle grandi sfide di civiltà del nostro tempo, che intende rispondere alla crescente necessità di farmaci da parte delle fasce sociali più deboli che non hanno la possibilità di acquistarli. Infatti, nelle nostre case quotidianamente restano inutilizzate o vengono sprecate e gettate tonnellate di farmaci ancora validi, una risorsa che può rappresentare invece un bene prezioso per coloro che non hanno possibilità economica per accedere alle cure. Si tratta inoltre di uno spreco enorme e una grave perdita economica per il nostro sistema sanitario, senza dimenticare le pesanti conseguenze negative prodotte sull’ambiente dallo smaltimento di tonnellate di medicinali.

Gli italiani spendono circa 29 miliardi di euro in medicinali, con uno spreco di almeno 8 miliardi, dei quali gran parte potrebbero essere recuperati. Le risorse risparmiate potrebbero inoltre andare a coprire le nuove e crescenti spese per i cosiddetti farmaci innovativi. I medicinali in corso di validità, integri e correttamente conservati, possono essere consegnati ad organizzazioni senza fini di lucro riconosciute con finalità umanitarie o di assistenza sanitaria (Legge Finanziaria del 2008). In questa direzione va anche la Legge 166/2016, che stabilisce le disposizioni per ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti farmaceutici ed idonei sistemi di raccolta per i medicinali inutilizzati o scaduti. È lo stesso Ministero della Salute a stabilire le modalità di donazione alle ONLUS, che a determinate condizioni possono distribuire gratuitamente i medicinali direttamente ai soggetti indigenti o bisognosi.

Anche la Regione Umbria ha approvato una legge in tal senso, la L.R. 16/2017 “Promozione delle attività di donazione e distribuzione a fini di solidarietà sociale di prodotti alimentari, non alimentari e farmaceutici”, le cui finalità sono dirette tra l’altro alla tutela del diritto di ogni individuo alla riduzione degli sprechi e della produzione di rifiuti, in conformità con i principi dell’economia circolare, a favorire il riutilizzo e la donazione a fini di solidarietà sociale dei prodotti farmaceutici, ad informare e sensibilizzare cittadini ed istituzioni pubbliche e private sul tema in oggetto, promuovendo modelli di consumo eco-sostenibile. Diversi sono i Comuni che stanno portando avanti con successo progetti di recupero dei farmaci validi non scaduti: Bologna, per esempio, ha promosso già diversi anni fa il progetto “Farmaco Amico”, mentre Roma ha avviato nel 2013 un progetto sperimentale “Dona un farmaco a chi ne ha bisogno”. E’ necessario che anche un capoluogo di regione come Perugia si attivi per lavorare a progetti simili, anche alla luce della recente normativa nazionale e regionale.

Per questo abbiamo presentato una proposta in cui chiediamo di prendere ad esempio i principali Comuni italiani che stanno portando avanti progetti finalizzati al recupero dei farmaci validi non scaduti, coinvolgendo le farmacie comunali (AFAS) e le associazioni di farmacie private, affinché aderiscano e collaborino al progetto tutte le farmacie, le associazioni e le fondazioni operanti nel territorio a fini sociali di solidarietà e di assistenza, nonché di avviare e promuovere una campagna di informazione e comunicazione rivolta alla cittadinanza sull’importanza di recuperare farmaci validi non scaduti e sulla possibilità di donarli alla fondazione Banco Farmaceutico onlus.

Di seguito il testo integrale:

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RILEVATO CHE:

La raccolta e il recupero dei farmaci validi non scaduti è una delle grandi sfide di civiltà del nostro tempo, che intende rispondere alla crescente necessità di farmaci da parte delle fasce sociali più deboli che non hanno la possibilità di acquistarli. Infatti, nelle nostre case quotidianamente restano inutilizzate o vengono sprecate e gettate tonnellate di farmaci ancora validi, una risorsa che può rappresentare invece un bene prezioso per coloro che non hanno possibilità economica per accedere alle cure. Si tratta inoltre di uno spreco enorme e una grave perdita economica per il nostro sistema sanitario, senza dimenticare le pesanti conseguenze negative prodotte sull’ambiente dallo smaltimento di tonnellate di medicinali;

La Direttiva Europea 2001/83/CE e la successiva D.E. 2003/94/CE sanciscono la possibilità per le organizzazioni non lucrative impegnate nell’assistenza domiciliare di riutilizzare i farmaci per i propri assistiti;

Con la Legge Finanziaria per l’anno 2008 (Legge 24 dicembre 2007, n. 244), avente ad oggetto “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, si era stabilito che le confezioni di medicinali in corso di validità, ancora integre e correttamente conservate, ad esclusione di quelle per le quali era prevista la conservazione in frigorifero a temperature controllate, potessero essere consegnate dal detentore che non avesse più necessità di utilizzarle ad organizzazioni senza fini di lucro, riconosciute dalle regioni e province autonome, aventi finalità umanitarie o di assistenza sanitaria;

La finalità della norma era quella di garantire ai cittadini la possibilità di recuperare, restituire, o donare i medicinali rimasti inutilizzati nei casi in cui si fosse reso necessario per il medico modificare una terapia già in atto a causa, ad esempio, della sua inefficacia, oppure per sopravvenuti effetti collaterali al farmaco, fino al caso in cui il paziente fosse deceduto. La possibilità di riutilizzare i farmaci da parte di organizzazioni non lucrative e impegnate nell’assistenza domiciliare era stata già introdotta dalle Direttive Europee 2001/83/CE del 6 novembre 2001 e 2003/94/CE del 8 ottobre 2003, recepite in Italia con il Decreto Legislativo n. 219 del 24 aprile 2016;

In seguito, è stata poi approvata la Legge 19 agosto 2016, n. 166: “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, che si pone la finalità di “ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti”.

Gli obiettivi si possono così sintetizzare:

1. il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari ai fini della solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano;

2. il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici ed altri prodotti ai fini della solidarietà sociale;

3. la limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e le risorse naturali mediante la riduzione della produzione dei rifiuti, promuovendo il riuso e il riciclo dei prodotti;

4. contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali di prevenzione dello spreco alimentare e di riduzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica;

5. contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni, con particolare riferimento alle giovani generazioni;

La Legge n. 166 del 2016 ha modificato la normativa precedentemente in vigore, disponendo, tra l’altro, in tal senso:

“Fatto salvo quanto previsto in materia di gestione dei rifiuti sanitari dal decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’ambiente e tutela del territorio e il Ministro delle attività produttive, previo parere della Conferenza permanente per rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabiliti con oneri a carico degli operatori idonei sistemi di raccolta per i medicinali inutilizzati o scaduti. Tali sistemi possono basarsi anche su accordi, a livello nazionale o territoriale, fra le parti interessate alla raccolta”;

“Con decreto del Ministro della salute sono individuate modalità che rendono possibile la donazione di medicinali non utilizzati a organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) e l’utilizzazione dei medesimi medicinali da parte di queste, in confezioni integre, correttamente conservati e ancora nel periodo di validità, in modo tale da garantire la qualità, la sicurezza e l’efficacia originarie, con esclusione dei medicinali da conservare in frigorifero a temperature controllate, dei medicinali contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope e dei medicinali dispensabili solo in strutture ospedaliere. Con il medesimo decreto sono definiti i requisiti dei locali e delle attrezzature idonei a garantirne la corretta conservazione e le procedure volte alla tracciabilità dei lotti dei medicinali ricevuti e distribuiti. Alle ONLUS è consentita la distribuzione gratuita di medicinali non utilizzati direttamente ai soggetti indigenti o bisognosi dietro presentazione di prescrizione medica, ove necessaria, a condizione che dispongano di personale sanitario ai sensi di quanto disposto dalla normativa vigente. Gli enti che svolgono attività assistenziale sono equiparati, nei limiti del servizio prestato, al consumatore finale rispetto alla detenzione e alla conservazione dei medicinali. È vietata qualsiasi cessione a titolo oneroso dei medicinali oggetto di donazione”;

EVIDENZIATO CHE:

La Regione Umbria ha da poco approvato la Legge n. 16 del 14 novembre 2017 recante “Promozione delle attività di donazione e distribuzione a fini di solidarietà sociale di prodotti alimentari, non alimentari e farmaceutici”, le cui finalità sono dirette, tra l’altro, alla tutela del diritto di ogni individuo alla riduzione degli sprechi e della produzione di rifiuti, in conformità con i principi dell’economia circolare, a favorire il riutilizzo e la donazione a fini di solidarietà sociale dei prodotti farmaceutici, ad informare e sensibilizzare cittadini ed istituzioni pubbliche e private sul tema in oggetto, promuovendo modelli di consumo ecosostenibile”;

In particolare all’articolo 1 si legge tra le finalità quella di “favorire il riutilizzo e la donazione dei prodotti farmaceutici a fini di solidarietà sociale in attuazione di quanto previsto all’articolo 2 , commi 350, 351 e 352, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato 2008 (Legge finanziaria 2008))”;

CONSIDERATO CHE:

Il Comune di Bologna sta portando avanti da diversi anni un progetto, “Farmaco Amico”, partito a febbraio del 2013 con 10 farmacie aderenti. Il progetto, promosso da Comune di Bologna ed Hera, grazie al supporto e al coinvolgimento di Fondazione ANT, Last Minute Market, l’Ordine dei Farmacisti, l’Azienda USL di Bologna, Ascomfarma, Federfarma e AFM, ha fatto registrare ottimi risultati, e l’adesione di ulteriori 17 farmacie ha poi ampliato il respiro di questo progetto che ha l’obiettivo di recuperare farmaci non scaduti con precise caratteristiche e creare una rete solidale sul territorio. I farmaci devono essere depositati dai cittadini in appositi contenitori messi a disposizione da Hera presso le farmacie di Bologna che hanno aderito all’iniziativa. I contenitori, di colore verde, si vanno ad aggiungere a quelli destinati alla raccolta dei farmaci scaduti, presenti da oltre vent’anni nelle farmacie cittadine. Per poter essere inseriti nel circuito di riutilizzo, i farmaci devono avere dei precisi requisiti, tra i quali una validità residua di almeno 6 mesi e le confezioni in uno stato perfetto di conservazione, con lotto e scadenza leggibili. Saranno invece esclusi i medicinali che richiedono particolari precauzioni per la loro conservazione, come la catena del freddo, quelli di solo impiego ospedaliero, gli eventuali farmaci stupefacenti e quelli con la stampigliatura “campione omaggio”. Da febbraio a dicembre 2014 sono stati ritirati 966 Kg di farmaci (375 nel 2013), e di questi recuperati 566 kg (242 l’anno precedente), per un valore di 185.772€ (contro gli 88 mila euro del 2013);

Si tratta di un progetto che si sta ampliando e che risulta attivo non solo a Bologna, ma anche a Imola, Medicina, Faenza, Ravenna, Forlì, Forlimpopoli, Modena e nell’Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia (109 le farmacie complessivamente coinvolte), e che arriva a coprire il 44% dei cittadini serviti in Emilia-Romagna che usufruiscono del servizio di igiene ambientale;

Sull’esempio virtuoso dell’Emilia-Romagna, anche altri Comuni hanno iniziato recentemente a mettere in pratica una politica finalizzata al riutilizzo dei medicinali. Non da ultimo, il Comune di Roma ha avviato nel 2013 un progetto sperimentale per dare una seconda chance ai farmaci che ogni giorno finiscono nella spazzatura anche se non scaduti. Si tratta dell’iniziativa “Dona un farmaco a chi ne ha bisogno”, in collaborazione con la fondazione Banco Farmaceutico onlus e con Farmacap, Ama e le Asl romane. Al farmacista sta il compito di selezionare le medicine realmente utilizzabili che verranno ritirate periodicamente da un rappresentante del Banco Farmaceutico. Dal 2013 ad oggi a Roma è stato possibile reperire 23 mila confezioni di medicinali non scaduti, e in circa un anno di sperimentazione sono stati raccolti farmaci per ben 300 mila euro (coinvolgendo solo 43 farmacie delle 800 presenti nella Capitale);

PRESO ATTO CHE:

In Italia restano inutilizzati 8 miliardi di compresse, ovvero il 30% dei 24 miliardi di dosi di farmaco che gli ospedali o i cittadini italiani acquistano ogni anno. Il danno economico è enorme: infatti la spesa per farmaci in Italia è di circa 29 miliardi di euro, e il costo medio unitario di farmaci è dunque superiore ad 1 euro per dose. Quindi, lo spreco assomma ad almeno 8 miliardi di euro, dei quali gran parte potrebbero essere recuperati. Il tutto senza tener conto che i soldi risparmiati dallo Stato potrebbero andare a coprire le nuove e crescenti spese per i cosiddetti farmaci innovativi (che devono rispondere secondo l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, a tre criteri specifici: bisogno terapeutico, valore terapeutico aggiunto e qualità delle prove);

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA:

  • A prendere come modello i principali Comuni italiani che da qualche anno stanno portando avanti progetti finalizzati al recupero dei farmaci validi non scaduti, coinvolgendo AFAS e le associazioni di farmacie private, affinché aderiscano e collaborino al progetto tutte le farmacie, le associazioni e le fondazioni operanti nel territorio a fini sociali di solidarietà e di assistenza;
  • Ad avviare e promuovere una campagna di informazione e comunicazione rivolta alla cittadinanza sull’importanza di recuperare farmaci validi non scaduti e sulla possibilità di donarli alla fondazione Banco Farmaceutico onlus.