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16
Set

Consiglio Comunale, uniti per salvare il Pavone

teatro-pavone

Crisis. In partenza questo termine non aveva un’accezione negativa come la ha ora. Si chiamava crisi il momento della scelta, del giudizio, della decisione. Si chiamavano così le opportunità. Può essere, oggi più che mai, un invito a trovare un’opportunità di cambiamento, di miglioramento, dietro le difficoltà di ogni tipo e genere. Una sorta di invito all’ottimismo. A buttare il cuore oltre l’ostacolo e a non piangersi addosso. A non peccare di eccessiva nostalgia.

E’ sotto gli occhi di tutti, più o meno attenti che siano, la necessità di un rilancio generale del centro storico in tutti i campi, per elencarli non basterebbe un articolo, ma che passi soprattutto da un’offerta culturale plurale e differenziata a seconda di interessi, passioni, stili di vita e fasce d’età.

Quando scrivo questo penso a tre luoghi simbolo del centro storico perugino e tre azioni collegate ad essi. Penso a tre opportunità da cogliere:

Il rilancio del Pavone, la riapertura del Lilli e la riqualificazione del Turreno. Basterebbe questo per avviare una “rivoluzione culturale” e un nuovo “rinascimento” per il centro storico.

Ritengo che, per raggiungere questo obiettivo necessario, vadano messi in campo tre progetti fortemente moderni ed innovativi. Non copiando da altri, ma creando un nuovo modello che sia preso d’esempio. Non un semplice ritorno al passato, che seppur più facile e a portata si mano, si è dimostrato non più attrattivo. Ma idee nuove per tutti e tre gli stabili, con profondi cambiamenti di attività e destinazione, mantenendo la caratteristica di farne dei centri di offerta culturale e di aggregazione sociale.

Nello scegliere cosa fare di questi tre punti di riferimento cittadini, scegliamo il futuro del nostro centro storico. Il futuro di Perugia.

Trovo positivo sviluppare un dibattito interno alla città. Lo stiamo facendo sia per la strada, sia sulla carta stampata, sia nella rete e nei social network, come ad esempio facebook in cui un gruppo dedicato al Pavone ha superato i 1.700 iscritti.

Trovo un po’ meno positivo che il dibattito in alcuni momenti sia scaduto nel gossip su carta stampata e che si sia cercato di trasformare la questione del Pavone in un pubblico lavaggio di panni sporchi. Questo non fa bene a nessuno. Presta il fianco a generalizzazioni, qualunquismi e strumentalizzazioni. La critica è un utile strumento quando è costruttiva, non fine a se stessa, mossa vecchie ruggini o animosità del passato. Insomma evitiamo di sollevare polveroni.

È necessario riemergere dall’attuale situazione di stallo e riportare il dibattito ad un livello più alto. Quello delle idee, dei progetti e dell’impegno. Quello che si meritano il Pavone, Perugia e i perugini.

Molte istituzioni, forze economiche, organizzazioni sociali e associazioni si sono svegliate dal torpore e hanno cominciato ad interessarsi del Pavone. È l’ora di passare dalle parole ai fatti e di concretizzare le varie proposte che sono sul tavolo.

Penso che tutti siano d’accordo sul merito, cioè la volontà di rilanciare il Pavone. Oltre che sul merito penso siano anche d’accordo sul metodo, ovvero trasformare il Pavone in un centro di fermento culturale della città, nel cuore pulsante della vita del centro storico. In cui l’offerta sia differenziata e declinata in più ambiti, non monolitica e scarsamente flessibile.

Dovrà essere un contenitore culturale ad ampio respiro, che sappia coprire la domanda culturale e le richieste specifiche di chi vive e fa vivere il centro storico, come ad esempio la popolazione giovanile e studentesca.

Un luogo che sappia parlare a tutte le persone a seconda delle loro passioni. Che dia cittadinanza alle arti: teatro, cinema, pittura, fotografia, danza, scrittura, musica. Ma con l’aggiunta del gusto della vicinanza tra le persone, della convivialità, della socialità e dell’aggregazione che devono poter trovare sfogo in un luogo come il Pavone. Un posto dove trovarsi, dove incontrarsi. Ognuno con le proprie passioni, i propri interessi, ma comunque tutti insieme.

Ma come riuscirci? Provo a proporre una ricetta.

Compito dei proprietari del Pavone sarà farsi promotori e garanti di una nuova stagione di rilancio, dovranno fare delle scelte, sicuramente difficili e complesse, ma che non possono essere rimandate. Devono impegnarsi a salvaguardare il Teatro, senza snaturarne la vocazione e l’offerta culturale, che va anzi ripensata ed ampliata.

Mentre il ruolo delle istituzioni sarà quello di accompagnare questa fase, che richiede scelte coraggiose e tempestive, fissando le priorità cittadine, senza però compiere invasioni di campo o buttare la questione nell’arena politica. Il rischio che vedo è di un braccio di ferro poco utile tra schieramenti. La questione è culturale e la cultura non ha colore politico o tessere di partito. Il problema è della collettività e come collettività dobbiamo farcene carico.

Per riuscirci è necessario andare oltre gli schieramenti. Per questo, insieme ad altri Consiglieri Comunali di opposizione e maggioranza stiamo preparando un ordine del giorno per analizzare ed approfondire i temi di cui ho parlato prima, permettendo così alla massima assise cittadina di esprimersi sul tema in modo chiaro ed univoco. Con la speranza di fare da apripista e che le altre istituzioni facciano lo stesso.