IKEA: Un’opportunità da non perdere per Perugia, i contrari a priori non sono in sintonia con la città
Sulla questione IKEA i primi ad avere le idee chiare sono i cittadini di Perugia, spero che lo siano anche le forze politiche, sennò si rischia il pericolo corso troppo spesso di non essere in sintonia con i cittadini che si è chiamati a rappresentare negli enti locali e nelle istituzioni.
Infatti se si facesse un sondaggio o si organizzare un referendum sullo sbarco di IKEA in terra umbra ed in particolare nel territorio del Comune di Perugia, la maggioranza dei favorevoli sarebbe schiacciante e trasversale a tutte le forze politiche, con l’ago della bilancia che penderebbe pesantemente verso il SI.
Si può avere il polso della situazione semplicemente parlando con le persone o tenendo i contatti con i cittadini anche attraverso le nuove tecnologie, non solo in periodo elettorale. Ne è cosciente anche l’opposizione che siede nei banchi del Consiglio Comunale, che per lo più tace per acconsentire. Oppure quando proprio non riesce a tacere, ricadendo nel vecchio vizio di dire NO a priori pur di dare contro alla maggioranza che amministra, ha almeno la furbizia di non entrare nel merito della questione, ma si incarta in ragionamenti ingarbugliati sul metodo che non li avrebbe convinti.
Ma, nonostante i colpi di sole estivi, è chiaro a tutti come una scelta differente dal mettersi a disposizione nel caso di un eventuale interessamento di IKEA ad aprire una filiale nel territorio di Perugia, sarebbe non solo un’azione impopolare, ma anche un’opportunità persa e un’ipotesi contro il buon senso. E cercherò di spiegare i miei perchè.
Va detto prima di tutto che ovunque nasca il centro IKEA non sorgerà una zona industriale, ma una struttura commerciale. Questo comporta notevoli differenze per i cittadini dell’area limitrofa, perchè c’è una profonda differenza di impatto ambientale e di inquinamento. Anzi, al contrario, la zona beneficerà di notevoli miglioramenti sia per quello che riguarda i servizi in genere, sia per quello che riguarda le infrastrutture della viabilità che saranno sviluppate per adattarle agli standard richiesti da IKEA e concertati a livello nazionale con i Ministeri a Roma.
Inoltre le filiali di IKEA hanno la duplice caratteristica positiva di non solo di evitare il pellegrinaggio degli umbri nei punti vendita più vicini, ma anche di attirare interessati dalle zone limitrofe al confine con la nostra regione. Così da trattenere qui ricchezza che normalmente sarebbe emigrata, offrendo inoltre un servizio più comodo che evita lunghi viaggi inter-regionali per gli acquisti, e anche da richiamare acquirenti da fuori regione che normalmente non avrebbero comprato in Umbria, n’è visitato la nostra città.
Quindi i cittadini della zona interessata avranno notevoli vantaggi, che vanno dal miglioramento delle infrastrutture e dei servizi, alla riqualificazione della zona che assumerà maggior centralità e, di conseguenza, valore.
Per quello che riguarda il colosso svedese non lo si può certo paragonare ad una normale corporation, poichè non lo è. E’ sì una multi-nazionale, questo è innegabile, ma ha una precisa filosofia che la caratterizza più che positivamente. Basta assumere informazioni che sono a portata di mano, anche attraverso la rete per comprendere la visione strategica di IKEA, la sua attenzione nei confronti delle persone, dell’ambiente e per l’uguaglianza sociale.
Non a caso, per volontà del suo fondatore e non per sanzione come altri marchi, è stata tra i primi gruppi internazionali fornire informazioni dettagliate sulle differenti azioni in materia di responsabilità sociale, di risorse umane e lavoro minorile. Da sempre collabora con aziende, sindacati, ONG e organizzazioni per sviluppare e rafforzare il proprio impegno sui temi sociali. Promuove anche con UNICEF e Save the Children un cambiamento sostanziale e duraturo nei paesi del terzo mondo per quello che riguarda il miglioramento dei diritti dei bambini e le opportunità di vita dei minori meno fortunati.
Particolare attenzione viene posta anche alle tematiche ambientali. Infatti offre prodotti di qualità a basso prezzo, proprio ottimizzando e razionalizzando le risorse ed i consumi. Per contribuire alla prevenzione del cambiamento climatico, IKEA ha migliorato la propria efficienza energetica e ha ridotto le emissioni di gas a effetto serra. Inoltre tutti i materiali che vengono estratti o consumati sono reintegrati (per capirci ogni albero che taglia ne pianta ben tre come compensazione) e utilizza la cosiddetta “filiera corta” per evitare traffici ed emissioni, firmando con i fornitori e produttori locali un Codice di Condotta che stabilisce i requisiti minimi a cui tutti i devono attenersi.
Centrale, oltre alla questione della ricchezza prodotta e attratta sul nostro territorio, è il tema del lavoro. Sembra infatti plausibile che oltre alla parte commerciale, all’interno del centro IKEA, trovi spazio anche il centro direzionale. Si avrebbero così nuovi posti di lavoro qualificati e con ottime condizioni lavorative, infatti con i dipendenti viene sottoscritto un Codice Etico che, come verificato da numerose inchieste giornalistiche, viene attentamente rispettato.
Non trova invece fondamento la tesi di una concorrenza non sostenibile tra il marchio IKEA e i mobilieri locali, che porterebbe di conseguenza a dei licenziamenti, ipotesi che viene smentita anche dai diretti interessati. Infatti il target risulta totalmente differente e non in sovrapposizione, insomma non c’è alcuna competizione tra i produttori locali e il colosso svedese perchè è differente il pubblico di riferimento (in genere i principali clienti IKEA sono ragazzi al primo impiego, studenti fuorisede e giovani coppie, etc. etc.). Anzi il rapporto più che dannoso può rivelarsi positivo e virtuoso, poichè un aumento del traffico di persone interessate all’acquisto di mobili che insiste nella zona del perugino, che normalmente non avrebbero visitato, porta benefici anche ai mobilifici locali con nuovi clienti venuti a conoscenza dei negozi e dell’offerta proprio tramite la pubblicità indiretta e gratuita che l’aumento del traffico di persone interessate porterebbe. Una sorta di simbiosi dell’arredamento.
Non sono da sottovalutare i vantaggi che ne avrebbe tutta la città, non solo per gli investimenti, l’indotto e i nuovi posti di lavoro che arriverebbero a seguito dell’apertura del centro IKEA, ma anche per i fondi e i finanziamenti conseguenti che sarebbero investiti nel mantenimento dei servizi alla persona e nel miglioramento delle strutture cittadine, dato che il governo sta tagliando ogni cosa impietosamente, senza alcuna logica di lungo periodo, vera pianificazione o progetto organico per la nostra regione e le sue città.
E’ necessario anche uno sforzo di realismo. Sono certo che una multinazionale come IKEA si muove con un preciso piano di espansione commerciale, dunque se oltre ai tre soli comuni in cui è presente nell’Italia centrale (cioè Roma, Firenze ed Ancona) ha posto la sua attenzione sull’Umbria per aprire una nuova filiale, vuol dire che i nostri tentennamenti rischiano di far scartare Perugia e avanzare nuove ipotesi che sposterebbero di poco le distanze, soprattutto per un colosso che ragiona in termini di globo, ma che trasferirebbero tutti i benefici e i vantaggi altrove. Magari poco lontano, proprio al confine con il nostro comune, accoppiando così oltre al danno anche la beffa, eventualità che non sarebbe proprio una novità per il nostro comune, essendo già successa in passato con altri grandi marchi.
In chiusura vorrei capire come mai tanta pavidità da parte del principale partito di opposizione, il PDL, che porta avanti delle posizione politicamente schizofreniche. Infatti per quanto si dimostra conservatore e protezionistico all’interno degli enti locali, è inversamente proporzionale il suo comportamento a Roma, dove in parlamento quotidianamente da prova di essere fin troppo finanziariamente spregiudicato e liberistico.
Non possono che far sorridere i distinguo e le cavillosità degne di uno sperimentato burocrate quando provengono da parte di chi è iscritto al partito il cui presidente è più impegnato ad infrangere la legge che a governare, a depenalizzare i reati che ha commesso che a pensare al bene comune, a dichiarare che la nostra Costituzione non è altro che un formalismo che non bada alla sostanza.
Personalmente non nutro alcun dubbio sulla scelta di merito e sulla decisione politica rispetto al caso IKEA, ritengo questa operazione positiva e virtuosa in tutti i suoi aspetti e deve essere portata a termine nel più breve tempo possibile. Il mio voto non potrà che essere convintamente favorevole. A chiederlo è tutta la città in maniera compatta, ma soprattutto i tanti giovani umbri e studenti fuorisede che nel nostro comune vivono, studiano e lavorano.