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16
Set

Il padrone arrogante e il servo sciocco

berlusconi-vespaBerlusconi ha fatto la parte che gli si addice, quella del padrone arrogante, Vespa anche aveva un vestito su misura, quella del servo sciocco, l’arma (impropria) di distrazione di massa era il mitologico Porta a Porta. Serviva a Papi Silvio per riabilitarsi, così la RAI asservita ha spostato tutti i programmi che potevano far concorrenza. Praticamente Berlusconi era il one man show. Solo che lo show non è stato gradito, tanto nel metodo, quanto nel merito. Così non l’ha guardato nessuno ed è stato un enorme flop. Tanto rumore per nulla?!?

Tutt’altro! E’ stato un successo ed una sorpresa.

E’ andato tutto esattamente al contrario di come era stato programmato. L’Italia si è svegliata e gli italiani hanno scelto. Una buona notizia per i tempi che corrono, lascia presagire un cambio di rotta, un’inversione di tendenza!

L’Onore e il Rispetto.

Gabriel Garko batte Silvio Berlusconi, la fiction L’onore e il rispetto in onda ieri sera su berlusconi-laquilaCanale 5 ha avuto la meglio, quanto ad ascolti, sulla puntata di Porta a porta che ospitava il presidente del Consiglio: l’ammiraglia Mediaset ha ottenuto il 22,61% di share con 5.750.000 di spettatori contro il 13,47% e 3.219.000 spettatori di RaiUno. “Un flop clamoroso – ha detto il consigliere d’amministrazione Rai Giorgio Van Straten – forse la peggiore performance di RaiUno nell’anno”.

La puntata di Porta a Porta.

Una puntata preceduta dalle polemiche, quella condotta ieri sera da Bruno Vespa, per lo slittamento del debutto di Ballarò su RaiTre e di Matrix su Canale 5, due programmi di approfondimento che avrebbero rappresentato una valida alternativa a Porta a porta. Dove il presidente del Consiglio è tornato ad attaccare la stampa e Repubblica oltre a parlare della consegna delle case ai terremotati dell’Abruzzo e dell’attualità politica.

La concorrenza.

Scongiurare i rischio-flop annientando la concorrenza di prodotti simili non è stato, tuttavia, sufficiente. Considerato che c’erano anche le dirette delle partite di Champions – giocavano sia la Juventus che il Milan – e altre offerte, come il film Dirty Dancing su Italia Uno (in onda in occasione della scomparsa dell’attore protagonista, Patrick Swayze, ha ottenuto 3.183.000 spettatori e il 12,18% di share), l’appuntamento con la serie L’ispettore Coliandro su RaiDue (3.105.000 spettatori, share dell’11,82%), il film La caduta su RaiTre (2.377.000 e il 9,69%), la commedia Selvaggi su Retequattro (1.674.000 e il 6,37%).

Il risultato peggiore dell’anno.

“Un flop clamoroso, forse la peggiore performance di RaiUno nell’anno”: questo il commento del consigliere di amministrazione Rai Giorgio Van Straten, che giudica la scelta del direttore generale della Rai, Mauro Mberlusconi-vespa-massaggiasi, “non solo inaccettabile sotto il profilo del pluralismo informativo e del buon giornalismo, ma anche completamente sbagliata rispetto agli interessi dell’azienda, come era facilmente prevedibile e anche io avevo previsto”. E si augura che “da oggi, nell’interesse del paese e della Rai, i giornalisti tornino a fare i giornalisti e i dirigenti a dirigere l’azienda con autonomia ed efficienza”.

Oltre il danno, la beffa.

“Per la Rai un mancato ricavo di 500mila euro”. “Chi si assume adesso la responsabilità dei mancati ricavi, circa 500.000 euro, dovuti alla disdetta dei contratti da parte di importanti inserzionisti che avevano acquistato gli spot all’interno di Tutti pazzi per la tele e di Ballarò e che non hanno accettato il cambio con Porta a porta e il film La caduta?”. E’ quel che si chiede il consigliere d’amministrazione Rai, Nino Rizzo Nervo, che dice di condividere “anche le virgole” di quanto affermato dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, e sottolinea come la puntata di Porta a porta ponga “alcuni interrogativi che la direzione generale farebbe bene a sciogliere”: “La trasmissione era stata presentata come una doverosa scelta del servizio pubblico di fronte a una tragedia come quella del terremoto in Abruzzo. Chi l’ha vista, ha potuto constatare che si è trattato di un tentativo di propaganda senza contraddittorio su tutti i temi dell’attualità politica. E poi, il presidente del Consiglio – continua Rizzo Nervo – ha detto che non è stato Palazzo Chigi a chiedere la prima serata. Allora chi ha offerto autonomamente e generosamente quello spazio determinando lo sconvolgimento dei palinsesti di duberlusconi-vespa-vezzalie canali? Il direttore di rete? Il conduttore della trasmissione? Il direttore generale? Credo vada fatta chiarezza”.

Le reazioni.

Il flop ha richiamato, com’era prevedibile, i commenti dell’opposizione. Come quello di Fabrizio Morri, del Pd, capogruppo nella commissione parlamentare di vigilanza Rai, secondo il quale i risultat’ d’ascolto equivalgono “alla performance del più scadente dei varietà“. Sulla stessa linea Vincenzo Vita (Pd), che registra “l’inizio della crisi di un certo modello di talk show, quello fondato sulla propaganda e sull’ingiallita tecnica manipolatoria della ‘cerimonia mediatica’”. Il senatore dell’Idv Stefano Pedica osserva che “il flop degli ascolti dimostra che gli italiani sono ormai nauseati da Bruno Vespa e dalle sue sviolinate a Berlusconi”. Una “doppia umiliazione – osserva Rosy Bindi – per Viale Mazzini che non ha salvaguardato l’autonomia del servizio pubblico e per Berlusconi che ha usato uno spazio privilegiato per fare propaganda di regime e attaccare la stampa indipendente e gli avversari politici”.