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28
Lug

Nord premiato, Centro e Sud non virtuosi e penalizzati. Ma con quali criteri?

Gli atenei del nord virtuosi. Anche e soprattutto quelli bonsai, pochi iscritti, poca didattica, poca ricerca, ma criteri che li premiano. Fuori invece tutto il centro e il sud, ai quali verranno tagliati i fondi. Ancora di più!

Non fa eccezione Perugia, a cui verranno ulteriormente tagliati gli stanziamenti. Oltre ad aver bloccato il ricambio generazionale, i fondi per ricerca e didattica, oltre a varie norme restrittive.

Ma è buffo ricordare che la Gelmini, ora virtuosa ministra paladina dei duri e puri, quando è toccato a lei dare l’esame da avvocato ha preferito spostarsi dalla sua terra natale nordisa aò poco virtuoso sud ( http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_04/stella_dbaef098-7a47-11dd-a3dd-00144f02aabc.shtml ). La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri, in particolare per se stessi! Diciamo soltanto che a rigor di logica si dovrebbe essere esigenti con se stessi più di quanto lo si è con gli altri…

riforma-gelmini-01Qualche apprezzamento e molte critiche. Ecco come il popolo del web ha commentato i provvedimenti sulle università emanati ieri dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini. Il Sud insorge mentre sono molti a pensare che si tratti della “solita aria fritta”. Il provvedimento più discusso è senz’altro quello sulla ripartizione del cosiddetto Fondo premiale, il 7 per cento (pari a circa 525 milioni di euro) dell’intero Fondo di finanziamento ordinario per il 2009.

Critiche al metodo. Sono parecchi coloro che, anche apprezzando la mossa, non si raccapezzano. “Il ministero usa il termine ‘virtuoso’ in maniera fuorviante e strumentale. Si tratta, difatti, di una classifica puramente economica: vengono premiate le università che hanno speso di meno”, scrive paulatz. Riferendosi al numero di studenti che si iscrivono al secondo anno dopo avere superato almeno i due terzi degli esami “salgono in classifica le università dove è più facile superare gli esami”, osserva emmeerre. Dello stesso tenore il commenti di lenottera. Ma quello che stronca il metodo Gelmini è di bastardo58: “La classifica contiene un gran bel numero di sorprese anche per ….. addetti ai lavori. Questa classifica fà a pugni con le classifiche stilate a livello internazionale. Come spiega il CIVR che Trento è prima nella sua classifica ma non compare tra le 100 migliori università europee? Come fa ad andare davanti ad altre 8-9 università? Come mai la classifica CIVR premia atenei medio piccoli ? Se i risultati del CIVR sono questi, forse è meglio eliminarlo e prendere A GRATIS queste classifiche fatte da team sicuramente indipendenti di gente che studia tutto l’anno il problema”. “Ahahah, se i laureati di atenei della Puglia, Campania, Sicilia (regione dalla disoccupazione cronica) non riescono a trovare lavoro entro tre anni questo significa che le università non sono didatticamente adeguate?”, si chiede iliosis. kiokona parla, in modo ironico, di “criteri geniali!”. “Corro ad iscrivermi all’università dell’Insubria, finalmente riconosciuta per il suo valore! Evviva le università bonsai, senza ricerca e con 4 iscritti! loro sì che sono virtuose. Chiudiamo invece Trieste, La Sapienza, Firenze, Pisa, Bologna, Napoli, con la loro assurda pretesa di istruire centinaia di migliaia di studenti e fare anche ricerca di base”. E alba10 si chiede: “come abbiano fatto atenei in dichiarata bancarotta a risultare virtuosi… mah… e poi virtuosi che vuol dire?”. “Sarei curioso di conoscere i criteri adottati. “Mi sembra strano che il livello scientifico della Federico II o dell’Orientale di Napoli sia inferiore a quello dell’università dell’Insubria o della Tuscia”, commenta stsacco. E anche i prof si ribellano. “Che cosa deve fare un professore universitario che si sforza da anni per mantenere buona la qualità della propria ricerca e didattica e che legge invece che il proprio Ateneo (La Sapienza di Roma) è tra quelli non virtuosi e che quindi si dovrà accontentare di minori risorse (ancora!). Forse è arrivato il momento di mandare tutti quanti a quel paese?”.

riforma-gelmini-02Il Sud che si ribella. “La logica di questo provvedimento – scrive stefanomc – è che come al solito è il sud a prenderlo in quel posto: Italia paese sempre più viscido e schifoso”. Per terra11 il “Sud ancora e sempre stuprato… sarebbe meglio portare la meritocrazia in parlamento!”. Mentre riclaur osserva che “del 50 per cento dei più virtuosi il 90 per cento è al nord. E’ chiaro che c’è un fattore ambientale che viene alimentato dal premio. In queste condizioni dando più fondi al nord si aumentano ulteriormente gli squilibri strutturali”. Anche “la percentuale di occupati dipende anche dalla situazione socio-economica dell’area in cui si trova l’ateneo: le università del Sud sono dunque penalizzate”, scrive luciam2. “E’ vero!!, il federalismo fiscale sta funzionando, togliendo sempre più soldi al sud, spostandoli a nord. Questo provvedimento ne è la prova eloquente. Brava Gelmini!!! Continua così!!”, dice bicienzo5. Di parere analogo alphabetagamma: “Il criterio comunque è tale da consentire il “federalismo”: quasi tutti i fondi al nord, le riduzioni al sud”.

Gli studenti poveri tartassati. “I soldi che verranno meno agli atenei – commenta andrea021 – da parte dello stato saranno prelevati agli studenti aumentando le tasse. Questa sarebbe una bella novità“. Anche simoneutzeri la pensa alla stessa maniera. “La verità – per lana05 – è che questo governo usa i media televisivi per pilotare il consenso: è normale che si cerchi di fare una scuola d’elite solo per ricchi e dare al resto del popolo gabibbi e veline”. “Non mi sembra una gran bella notizia: si penalizzano solo un certo tipo di studenti. Cosa dovrebbe fare un genitore di un ragazzo napoletano? Mandarlo a studiare dove dice la Gelmini, perché lì la didattica è migliore? E i soldi chi li trova?”, si chiede kikko311060. “Governo pessimo!”, è il commento di netrace. “Mi sembra davvero una pessima idea. E’ come se a scuola un giovane andasse male e, invece di dare un brutto voto, gli vengono tolti i libri. Come può una università bocciata promuoversi, rilanciarsi se gli viene tolta l’aria per respirare?”. Secondo augurisilvio “Questo sistema è devastante: il risultato alla lunga sarà che l’istruzione diventerà per pochi e soprattutto l’obiettivo è la privatizzazione”.

I favorevoli. I provvedimenti della Gelmini raccolgono anche consensi. “Sono ferocemente antiberlusconiano, ma mi sembra che questa iniziativa sia solo da lodare! Cosa c’entrano le scuole per ricchi? sono tutte università pubbliche, qualcuna buona, qualcuna pessima”, scrive razionale. Per effepi01 “condivisibili gli obiettivi, discutibili diversi criteri di valutazione. Benissimo per quanto riguarda la soppressione di corsi inutili”. “Credo che il grosso problema dell’istruzione non è su quanto viene destinato ma come. I soldi per l’istruzione sono molti, ma distribuiti in maniera pessima. Se c’è una azione in questo senso la vedo positivamente, scrive ermes1740. Preoccupato tiziano766: “Tutto quello che leggo nell’articolo mi piace, e pure tanto. mi devo preoccupare?”. Mentre vinmal74 invita la Gelmini ad andare avanti: “Era ora! Speriamo sia solo l’inizio di un nuovo circolo virtuoso”. “La Gelmini sta facendo un ottimo lavoro, sotto sotto sono contenti anche molti esponenti del Pd solo che hanno paura del sindacato e stanno zitti”, scrive paolone.

Pur sempre Tagli. “CORTESEMENTE, NON SI PARLI DI MILIONI DI EURO IN PIU’! Si tratta di criteri di distribuzione di una quota di FFO salassato dalla legge 133/08. Al sistema universitario pubblico italiano viene tagliato, da qui al 2013, il 67% del suo budget reale, cioè, assegni fissi a parte, di ciò che spende per ricerca, didattica, edilizia, internazionalizzazione”, commenta infastidito il cugino. “SONO SOLO TAGLI! – incalza biancarandi -, si danno poche briciole in più a qualcuno e si taglia qualcosa ad altri per distrarre l’attenzione. La verità è che questo governo ha tagliato i fondi ad una università che è la più povera tra quelle dei paesi industrializzati”. D’accordo anche valenti02. “Si tratta di fumo negli occhi. Il problema è che il governo ha deciso per il 2010 e gli anni seguenti tagli indiscriminati che porteranno al collasso l’Università ed il sistema di ricerca italiani. Già ora siamo al 29esimo posto (su 30) fra i paesi OCSE per percentuale sul PIL di investimenti in università e ricerca e dopo questi tagli, nel 2010, saremo al punto che la maggioranza delle università italiane non avrà i fondi per pagare gli stipendi ai docenti ed al personale”.

I raccomandati restano. Per stalinne la vera rivoluzione è un’altra. “Più che tagliare i fondi dovrebbero fare in modo che coloro che causano scarsa qualità per proprio demerito non facciano più parte dell’università, altrimenti ci rimettono solo gli studenti”, scrive. Secondo luca57 “la selezione deve essere fatta prima, alle università devono accedere i migliori, non devono essere delle aree di parcheggio così facendo le facoltà buone vivrebbero ed i carrozzoni si estinguerebbero naturalmente, sia a nord che a sud”. “Le Università hanno bisogno di soldi? Bene, allora possono licenziare i raccomandati di turno e far tornare in Italia i cervelli fuggiti all’estero”, è la proposta di achille125. Ma non ci si illuda: “Caro achille125, ma non ti rendi conto che chi dovrebbe licenziare è raccomandato anche lui? All’estero i cervelli li pagano, però devono conseguire i risultati prefissati, se no calci… beh già lo sai dove”, risponde scoiattolo04.