Tutto un altro blog!

12
Mag

Provocazioni di Pace al Sindaco di Perugia

sindaco-wladimiro-boccali«Non basta parlare di pace, bisogna crederci. E non basta crederci, bisogna lavorarci.»
– Anna Eleanor Roosevelt –
Caro Sindaco,
la nostra città è stata giustamente e meritatamente candidata a Capitale della Cultura.
Per vincere questa sfida non è pensabile competere solo sui numeri con le altre città d’Italia e d’Europa. Va fatta una seria riflessione su quello che caratterizza in modo peculiare Perugia e la distingue dal “branco”. Insomma, per fare una semplificazione, puntare sulla qualità più che sulla quantità. Non cercare di fare più cose degli altri, ma impegnarsi nel fare meglio quelle che sappiamo fare solo noi.
A questo proposito non possono non pensare ad uno degli eventi che caratterizzano la nostra terra. Nei prossimi giorni Perugia ospiterà sia il Forum per la Pace, sia la diciannovesima edizione della Marcia per la Pace. Il tema, neanche a farlo apposta, sarà proprio il bisogno di una cultura diversa, una cultura di pace.
Per questo, proprio alla vigilia della manifestazione, voglio lanciare due provocazione. Ma provocazioni di pace, per poter dare anch’io, nel mio piccolo, un minimo contributo alla causa. Quindi faccio due proposte a te, alla città di Perugia e ai suoi cittadini.
La prima riguarda la candidatura al Nobel per la Pace di Internet. Il web non ha una volontà propria di agire contro la guerra, l’intolleranza, la violenza e il razzismo, eppure lo fa. La rete non è altro che l’interfaccia sociale più estesa che il mondo abbia mai conosciuto, il suo lavorare per la pace è cosa nobile, perché ci dimostra che i singoli uomini, o meglio la loro astrazione nell’umanità, tendono naturalmente al volere un mondo diverso, contrapposto all’attuale. Un mondo sereno, un mondo di pace.
Il manifesto dei promotori di questa candidatura sostiene che la democrazia nasce fiorente dove c’è comunicazione, partecipazione e libero scambio di idee, abbattendo le barriere militari, religiose e geografiche. In questo clima è possibile combattere meglio l’odio e l’intolleranza. Chi meglio di Internet garantisce compagnia, comunicazione, velocità e diffusione della cultura in maniera così diffusa e capillare?
Ritengo quindi che la città di Perugia, in particolare rappresentata da te, si debba far carico di sostenere la candidatura di Internet a Nobel per la Pace dato che, come ha sostenuto il direttore di Wired Italia Riccardo Luna, è la più grande arma di costruzione di massa. Perché “abbatte i muri, rafforza la democrazia, perché ci fa parlare e quando ci parliamo ci scopriamo meno diversi. Non più nemici. Internet perché ci insegna il potere della collaborazione.”
Non possiamo prescindere da questo se vogliamo fare la nostra parte nel costruire una nuova idea di cultura, una cultura differente, una cultura di pace.
La seconda proposta sotto forma di provocazione è più pragmatica, ma non meno importante. Il nostro paese non ha mai i fondi necessari per fare quello che sarebbe utile e necessario fare. In tutti i campi. Per questo spesso le cose tardano a cambiare.
Però tra sprechi e cattivi investimenti delle risorse, l’Italia nel 2010 spenderà oltre 23 miliardi di euro per armamenti, missioni ed esercito professionale. E nei prossimi anni ha in programma di acquistare 131 caccia bombardieri per un totale di 13 miliardi di euro.  Cifre che permettono al nostro Paese di occupare l’ottava posizione al mondo per spese militari.
Ma ne abbiamo veramente bisogno?
Uno dei tanti paradossi è il “Nuovo modello di difesa” che ha abolito la leva obbligatoria, dando vita a un esercito “di soli professionisti”. Ma 190mila soldati, a detta degli stessi militari, sono troppi per il nostro Paese. Soprattutto se si considera che il numero dei comandanti (circa 95mila, di cui 600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli), che percepiscono stipendi molto più elevati, supera quello dei comandati.
E queste non sono forze di difesa. Non sono nemmeno forze dell’ordine. Ma sono forze di aggressione. Servono ad un paese come il nostro? In cui la Costituzione ci richiama a ripudiare “la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie”.
Ritengo sarebbe più utile, solo per fare un esempio che ci tocca da vicino, investire nella conoscenza, nella formazione e nella ricerca per migliorare le nostre condizioni di vita. Insomma investire nel futuro e nelle nuove generazioni.
Dobbiamo fare una scelta di campo, se finanziare la paura e l’angoscia, o il coraggio e la speranza.
Per questo  penso che proprio dalla nostra città, da Perugia, debba partire una proposta che sia seria e non di propaganda. Un’idea concreta per la costruzione di una cultura di pace. La proposta di una Moratoria sull’acquisto di nuovi armamenti da parte del nostro paese.
Con il risparmio ottenuto evitando di comprare nuove armi che non vogliamo si potrebbero realizzare centinaia e centinaia di progetti. In fondo 13 miliardi di euro è una cifra che può risanare i conti pubblici, oltre che ridare slancio al paese!
Io ne propongo una, che può qualificare Perugia nell’arena delle città che competono per la candidatura a Capitale della Cultura. Proponiamo, noi che ospitiamo vari atenei ed istituti scolastici, oltre che centri di formazione e poli culturali , di investirli nella Scuola, nell’Università, nella Formazione e nella Ricerca.
Tutte le forze politiche, in campagna elettorale, si riempiono la bocca con questi temi. Senza però dare seguito alle parole con i fatti. La scuola e l’università versano in condizioni critiche. Basta guardare la cronaca quotidiana, anche degli istituti e degli atenei che la nostra città ospita. Possiamo pensare di generare e diffondere cultura senza avere i luoghi e le menti per la sua creazione? Ogni euro investito in ricerca è un euro investito in un futuro migliore.
Le mie due proposte, le mie due provocazioni di pace, spero non siano lette come trovate propagandistiche. Ma come possibilità concrete, come idee realizzabili, in fondo le idee rimangono l’unico strumento che abbiamo sperimentato per cambiare il mondo.

2 Responses