Tutto un altro blog!

12
Gen

San Bevignate, non esistono scorciatoie tra cavilli e ricorsi, la questione è di scelta politica: dopo averla ignorata per 4 anni, va affrontata e risolta.

L’occasione mi è funzionale per augurare buon lavoro al nuovo commissario dell’Agenzia per il Diritto allo Studio dell’Umbria, Maria Trani, prontamente nominata a poche ore di distanza dalle improvvise dimissioni del precedente amministratore così da permettere ad una eccellenza amministrativa, quale è l’ADISU, di continuare a lavorare per il bene della popolazione studentesca.

Al contempo ritengo necessario richiamare il Comune di Perugia e l’Università degli Studi sull’urgenza di chiarire, con atti ufficiali e non attraverso proclami a mezzo stampa, la loro posizione rispetto allo studentato di San Bevignate.

La struttura è stata, infatti, richiesta dall’Università stessa ma quando il numero di iscritti era circa il doppio degli attuali, le aule del polo della Conca non riuscivano più a contenere gli studenti ed era in cantiere lo spostamento di numerose facoltà in via del Giochetto: la richiesta di realizzazione dello studentato fu avanzata dall’amministrazione universitaria, discussa nelle facoltà interessate ed approvata da tutti gli organi collegiali. Non a caso parte del terreno su cui dovrebbe sorgere il nuovo collegio é di proprietà dell’ateneo perugino.

Da allora sono passati 15 anni, non moltissimi ma è come se fosse trascorsa un’intera epoca per quanto sono cambiate le condizioni dell’ateneo e del territorio: gli studenti sono passati da quasi 40 mila a circa 20 mila, le facoltà universitarie non si sono mai spostate dalla Conca e all’interno del complesso di Monteluce sta per essere inaugurato un collegio universitario realizzato proprio dall’ADISU.

É profondamente sbagliato spostare sul piano della legittimità la realizzazione dello studentato a San Bevignate, come si è tentato di fare finora con scarso successo: è stato un errore aver perso 4 anni di tempo, ignorando la questione e sperando di trovare una scappatoia tramite cavilli, ricorsi ed appigli legali. Il procedimento, come ha certificato il TAR, é legittimo e regolare. Ma non é questo il punto, la questione va posta su un piano diverso: quello delle scelte politiche e della capacità di governare i processi.

L’attuale vice-sindaco Barelli costruì la sua candidatura proprio sulla questione di San Bevignate, in maniera del tutto strumentale, alternando conferenze stampa a comizi elettorali e fiaccolate nell’area del progetto: ieri, nel 2014, da oppositore tuonava contro il Comune di Perugia a cui addossava tutte le responsabilità dicendo che “certe aree devono essere intoccabili”, oggi, nel 2018, dalla poltrona di governo ha cambiato totalmente versione sostenendo che l’amministrazione comunale non può incidere e concedendosi un assordante silenzio sulla vicenda.

Ma il vice-sindaco Barelli ha una grande responsabilità: non aver fatto nulla per quasi 4 anni, nella speranza di trovare scorciatoie legali o che qualcun’altro risolvesse la questione al suo posto per poi rivendicarne i meriti. Ma le concessioni edilizie sono in capo al Comune di Perugia e se lui, il Sindaco o la Giunta ritengono di volerle revocare è nelle loro facoltà.

É utile ricordare che L’ADISU è un ente strumentale al raggiungimento di obiettivi che gli vengono dati, è il mezzo e l’esecutore, non il decisore. Ancora nel maggio del 2013 il CDA dell’Università degli Studi di Perugia ha deliberato di trasferire le facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e le migliaia di iscritti afferenti ai loro corsi di laurea in via del Giochetto.

La questione, quindi, riguarda direttamente l’attuale Rettore Moriconi: non avendo mai dato seguito allo spostamento delle facoltà universitarie, di fronte al quasi dimezzamento degli iscritti rispetto a quando fu votata la richiesta dello studentato e alla realizzazione di un collegio universitario del tutto simile a poche centinaia di metri di distanza ravvisa ancora la necessità dello studentato a San Bevignate? Essendo l’Università proprietaria del terreno e avendo nelle proprie disponibilità la possibilità di rescindere il protocollo per la costruzione della struttura, sottoscritto proprio con il Comune di Perugia e gli altri enti locali. L’amministrazione universitaria è a tutti gli effetti uno dei principali attori in campo, allora perché è così silente ed evita attentamente di occuparsi della vicenda?