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3
Nov

La Gelmini cancella Borse di Studio, Collegi e Mense

gelminiViste le polemiche emerse sulla stampa locale e nazionale in questi giorni, il tema del diritto allo studio nella città di Perugia torna protagonista di un intervento di Tommaso Bori.

Il consigliere del P.D., attraverso un’interrogazione, evidenzia i passaggi fondamentali degli interventi operati sul punto dal Governo, confermando la gravità degli effetti dei tagli imposti dall’Esecutivo Nazionale sugli storici organismi del Capoluogo umbro, come l’Università degli Studi e l’Università per Stranieri, ma anche l’Accademia di Belle arti, il Conservatorio di Musica e l’Istituto di Mediazione Linguistica.

Non bastava la Riforma della Gelmini e la Finanziaria di Tremonti che stanno costringendo le università o a chiudere o a privatizzare, vista l’impossibilità di pagare le bollette e gli stipendi, oltre che la chiusura dei corsi di laurea e il licenziamento dei ricercatori.

Un altro colpo alla nostra città e alle sue istituzioni di formazione e di ricerca viene portato dal radicale azzeramento dei contributi per le Borse di Studio, le Mense e i Collegi che da sempre attraggono studenti nella nostra città e nella nostra regione.

Va inoltre ricordato che proprio il Ministro Gelmini aveva detto che i danni e le imposizioni ristrettive agli Atenei sarebbero stati bilanciati con il finanziamento al Diritto allo Studio, quindi proprio a Borse di Studio, Collegi e Mense che ora vengono praticamente azzerate e chiuse.

Ricordando quanto già avvenuto a identiche istituzioni in altre regioni (vedasi Piemonte), Bori interroga la Giunta, dunque, per comprendere quale possa essere l’impatto su Perugia delle scelte governative e quali soluzioni intenda assumere per far fronte al problema che rischia di estendersi dal piano culturale e sociale a quello economico per l’intera città.

“Non ci stupiamo per niente – aggiunge il Consigliere Bori – prima si è colpita la didattica e la ricerca dicendo che si sarebbe finanziato il diritto allo studio e il tanto sbandierato merito, per poi azzerare subito dopo le borse di studio, i collegi e le mense. Non ci spieghiamo come mai tanto accanimento ai danni degli studenti e delle città universitarie come Perugia. D’altronde che idea di merito può avere un Ministro che per passare il proprio esame è dovuta spostarsi dal profondo nord di Brescia alla tanto vituperata Reggio Calabria con il suo 93% di ammessi?”

Di seguito l’interrogazione integrale:

“PREMESSO CHE:

– l’Onorevole Mariastella Gelmini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha sostenuto che avrebbe stanziato 65 milioni di euro per i collegi e le residenze universitarie pubbliche pari a 1.700 nuovi posti letto per studenti meritevoli, ma con difficoltà economiche.

– sempre il Ministro Gelmini tramite mezzo stampa ha dichiarato che, a fronte dei tagli ai fondi universitari per oltre 1,5 miliardi di euro e al conseguente sensibile aumento delle tasse universitarie per le famiglie degli studenti, avrebbe garantito a tutti gli studenti aventi diritto alle borse di studio di poterne beneficiare con una copertura economica del 100% delle borse di studio, attraverso un finanziamento di 135 milioni di euro.

– per quello che riguarda gli studenti iscritti presso l’Università degli Studi, l’Università per Stranieri, l’Accademia di Belle Arti, il Conservatorio di Musica e l’Istituto Universitario di Mediazione Linguistica già venivano totalmente garantite le borse di studio per capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi economici, dall’ADISU tramite stanziamenti straordinari ed aggiuntivi che coprivano i fondi mancanti dai trasferimenti del governo di anno in anno.

– l’ADISU aveva già in precedenza presentato ed erano stati finanziati da anni progetti di sviluppo della rete di collegi e mense universitarie sul territorio della nostra città e non sono stati stanziati nuovi fondi per nuovi progetti, ma utilizzati i soldi già stanziati per i progetti già presentati facendoli passare come nuovi.

– l’amministratore unico dell’Agenzia per il Diritto allo Studio, Prof. Maurizio Oliviero, ha reso noto che ad oggi ancora non si conosce lo stanziamento di fondi del governo per il diritto allo studio e che questi dovevano già essere stati comunicati a maggio. Che da tempo gli stanziamenti del governo coprono al massimo il 40/50% delle necessità effettive degli studenti e che il resto dei fondi è stato messo a disposizione dagli enti locali per garantire a tutti gli aventi diritto di beneficiare dei servizi. Che l’ente autonomo ha aumentato del 500% i servizi agli studenti in quantità, qualità e tipologia. Tutto ciò a fronte dei tagli e di una riduzione dell’organico del 70% che passa da 180 a 41 lavoratori.

– a fronte delle dichiarazioni del Ministro Gelmini le decisioni del Governo Berlusconi di cui fa parte sono state opposte. Si è arrivati al quasi totale azzeramento dei fondi per il diritto allo studio destinati a mense, collegi e borse di studio. Questo è accaduto contestualmente ad un taglio dei finanziamenti agli enti locali che ora non sono più in condizione, come accadeva già in passato, di colmare le carenze del governo con stanziamenti dai propri bilanci.

– l’attuale situazione non è compatibile con l’offerta dei servizi agli studenti che ne hanno diritto e bisogno. Nelle altre regioni le ripercussioni si stanno facendo sentire arrivando a far chiudere le strutture che erogano servizi e a far cessare l’attività di mense, collegi e borse di studio, come accaduto in Piemonte dove Maria Grazia Pellerino, presidente dell’EDISU, ha dichiarato: “In queste condizioni l’Edisu non è in grado di erogare alcuna borsa di studio per il prossimo anno e non solo, chiuderanno anche tutte le residenze universitarie e le mense. In questa situazione l’Edisu chiude i battenti e io non ho difficoltà a dimettermi immediatamente”.

– il Disegno di Legge 1905, ora in discussione in Parlamento, prevede la delega al Governo per riformare l’attuale normativa di principio in materia di Diritto allo Studio e la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) destinati a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’accesso all’istruzione superiore, creando così un ulteriore quadro di incertezza per il futuro del sistema dei servizi per il Diritto allo Studio e una grave mancanza di concertazione sulle modalità di riforma di un così importante aspetto del sistema universitario italiano.

CONSIDERATO CHE:

– i servizi agli studenti offerti tramite le agenzie per il diritto allo studio non rappresentano soltanto il normale adempimento delle istituzioni della Repubblica Italiana nella cui Carta Costituzionale si è data il fine di rimuovere tutti gli ostacoli all’accesso al sapere e alla formazione della persona, ma anche una garanzia di vitalità e un’opportunità di sviluppo sociale, culturale ed economico per la nostra città e la nostra regione.

– Perugia è da più di 700 anni città universitaria i cui poli culturali ospitano molti studenti pendolari e fuorisede. La presenza delle Università e delle Istituzioni culturali nel territorio perugino, oltre che parte della storia cittadina, hanno da sempre rappresentato un’occasione unica di sviluppo territoriale, di crescita economica e di avanzamento nel campo della ricerca, della didattica e della formazione. Questo ha permesso a Perugia di essere conosciuta nel mondo per l’azione dei suoi poli culturali e per le sue eccellenze nei vari campi. Sono anche state numerose le opportunità offerte, sia ai cittadini di Perugia che alle realtà economiche di ogni tipo, dalla presenza di una nutrita comunità studentesca che vive e fa vivere il territorio cittadino, investendo e producendo sia in campo culturale, che sociale, che economico.

– L’aspetto fondamentale che caratterizza e sprovincializza una città come Perugia, facendola emergere a livello nazionale ed internazionale, è l’avanzamento sociale e culturale che la presenza di vari poli culturali ha permesso. Sia la riduzione della capacità di azione delle varie istituzioni universitarie, sia la probabile chiusura o privatizzazione non posso che essere considerati come un danno a tutta la città ed ai suoi cittadini.

Tutto ciò premesso e considerato, SI INTERROGA IL SINDACO E LA GIUNTA:

1) sulla veridicità delle informazioni e delle affermazioni sopra riportate.

2) sull’impatto che queste potrebbero avere sulla nostra città e sulla nostra regione in tutti i campi di interesse dell’amministrazione e non solo.

3) sulle misure che intendono prendere per fronteggiare le possibili ricadute che un tale quadro potrebbe figurare sulla città di Perugia, sulle sue istituzioni ed enti locali, oltre che sul suo tessuto sociale, culturale ed economico”.