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12
Nov

Risposte di civiltà alla “furia” di Ronconi

testamento-biologicoCome già pubblicato [https://www.tommasobori.it/?p=837] ho presentato un Ordine del Giorno sull’Istituzione dei Registri per i Testamenti Biologici nel Comune di Perugia. La mia volontà è di fare un atto di civiltà, spiegherò meglio quando se ne discuterà in Consiglio Comunale le mie motivazioni e le idee che mi hanno mosso a fare una scelta del genere.

Detto questo ho visto che subito gli animi si sono accesi, per questo faccio un breve sunto del dibattito sulla stampa che è emerso. Ricordando a tutti, perfavore, che è opportuno leggere l’ODG prima di commentarlo. In particolare ai parlamentari o ex- ;-P

Testamento biologico, la furia di Ronconi (Udc):

”Sarebbe assolutamente illegittimo ed inapplicabile il cosidetto ‘registro dei testamenti biologici’, di cui una bozza già circola negli ambienti consiliari del Comune di Perugia”: lo dice il presidente Udc dell’Umbria, Maurizio Ronconi. ”Nessuna iniziativa di tal genere è applicabile – sottolinea Ronconi in una dichiarazione – in assenza di una legge nazionale che è ben lungi dall’essere approvata. Ci si trova di fronte ancora una volta ad un tentativo ideologico ma inefficace, buono solo a caratterizzare una sinistra ancora costretta dai lacci di un laicismo radicale. L’Udc si opporrà a questo tentativo – conclude Ronconi – con ogni mezzo politico e se necessario anche giudiziario denunciando nel contempo il tentativo di voler introdurre, almeno simbolicamente, un giudizio permissivo verso pratiche eutanasiche”.

La prima risposta arriva da Tommaso Ciacca, della direzione nazionale dell’associazione Luca Coscioni:

“Caro Senatore, dibattiamo lealmente sul testamento biologico.
Se, come è auspicabile, si vuole contribuire al dibattito sul testamento biologico, premessa irrinunciabile è riconoscere come quest’ultimo sia strettamente legato al principio del consenso informato, accettato da tutti e obbligatorio per legge. Parliamo quindi della possibilità di accettare o rifiutare cure quando non si è più in grado di esprimere appunto quel consenso informato al quale oggi, medici e pazienti si attengono ogni giorno in Italia.
Il senatore Maurizio Ronconi, con il suo intervento che ho letto su “Umbrialeft”, fa un atto che non onora il suo status parlamentare per il grave danno all’informazione che dichiarazioni come questa offrono ai cittadini. Mi rivolgo quindi al senatore perché per le sue argomentazioni faccia forza sul senso di responsabilità, sulla sua capacità di approfondimento culturale e su quel rispetto per le altrui opinioni che dovrebbe essere pane quotidiano in democrazia.
Innanzitutto Egli afferma che il registro comunale dei testamenti biologici sarebbe “illegittimo e inapplicabile” e questo è falso, perché sono decine i comuni nel nostro Paese che se ne sono dotati (anche grandi città come Genova, Firenze, Pisa e Cagliari ecc…) e altrettanti hanno iniziato l’iter per istituirli. Denunciando poi il “tentativo di voler introdurre, almeno simbolicamente, un giudizio permissivo verso pratiche eutanasiche”, dimostra come la volontà che sostiene le sue parole, sia quella di creare confusione e smarrimento sollevando strumentalmente altri argomenti altrettanto importanti (ma che non c’entrano in questo caso) come quello dell’eutanasia.
D’altronde il senatore non è nuovo a questo genere di dichiarazioni : esattamente due anni fa, nei giorni in cui si svolgeva la vicenda di Piergiorgio Welby , paventava si volesse “introdurre surrettiziamente l’eutanasia” . E’ stato smentito dai fatti e dalle decisioni giudiziarie che hanno riconosciuto al Dott. Mario Riccio di aver compiuto il suo dovere di medico.
La informo Senatore che al Comune di Perugia oltre alla bozza di mozione di ordine del giorno a cui fa riferimento (e che speriamo venga discusso quanto prima) c’è una petizione popolare depositata un mese fa e un’altra lo sarà in questi giorni (mi riferisco alle iniziative messe in campo dai radicali e dal circolo perugino dell’UAAR).
Dibattiamo Senatore, scontriamoci sui contenuti, ma facciamolo in modo leale. Sono convinto che può esserne capace.”

Ecco poi l’intervento di Francesco Pullia, membro della direzione nazionale dei Radicali italiani:

“Ma di che va parlando il sen. Maurizio Ronconi? Ma perché, prima di lanciarsi in una campagna di disinformazione e palese mistificazione, non pondera attentamente le proprie affermazioni?
Il registro dei testamenti biologici, come dovrebbe correttamente sapere e sicuramente sa, non è affatto una scorciatoia o, peggio ancora, un espediente ingannevole per introdurre surrettiziamente l’eutanasia ma uno strumento, adottato da numerosi comuni italiani, che, in attesa di una specifica normativa nazionale e in ossequio a quanto previsto dall’art.3 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, dall’art.9 della Convenzione di Oviedo e, soprattutto, dall’art.32 della Costituzione italiana, secondo cui “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, in grado di fornire ai cittadini che lo desiderino, ripetiamo ai cittadini che lo desiderino, la possibilità di rendere le proprie dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari nel caso in cui, gravemente malati, non abbiano più la capacità di esprimere la propria volontà.
Che cosa c’entri questo con l’eutanasia il senatore dovrebbe spiegarlo innanzitutto a se stesso e poi a noi altrimenti non si può che essere indotti a ritenere di trovarci di fronte a un esempio di sprovvedutezza o, peggio, di grave e pericolosa distorsione della verità (come, d’altronde, ha fatto un altro senatore, Carlo Giovanardi, nei confronti della drammatica e allarmante vicenda di Stefano Cucchi).
Ronconi, tra l’altro, dimentica o finge di dimenticare, che l’istituzione di un registro sul testamento biologico non è espressione di quel “laicismo radicale” da lui tanto aborrito ma risponde semplicemente alle attese della maggioranza dei cattolici, ancora una volta, come sempre sui temi relativi al rispetto della dignità personale, in straordinaria sintonia con l’azione politica dei radicali. La libertà di scegliere se essere o no sottoposti ad accanimento terapeutico è un insopprimibile diritto di ognuno di noi che nessuna concezione totalitaria, nessun assolutismo, nessun fondamentalismo, nessun “politicismo” di basso profilo possono cancellare.
A dispetto di quanto si vorrebbe far credere, vale la pena ricordare che, in un sondaggio effettuato e reso noto non più di un mese fa da “Observa”, l’Osservatorio Scienza e Società diretto dal sociologo Massimiano Bucchi, il 73,3 % degli italiani si è dichiarato favorevole al rifiuto dell’idratazione e dell’alimentazione forzata in caso di decorso irreversibile della malattia e il 66% ha saputo definire correttamente, a differenza di certi parlamentari, cosa effettivamente sia il testamento biologico.
Difficile pensare che il 73,3 % degli italiani sia composto soltanto da “laicisti radicali”.
Per la cronaca: nel 2007 un sondaggio Ipsos ha evidenziato che il 74% dei cattolici impegnati in attività parrocchiali è convinto che la voce dei vertici ecclesiastici debba essere ascoltata, ma ha aggiunto di decidere, però, secondo “coscienza individuale”.”

Per il momento attendiamo evoluzioni…

1 Response

  1. Sarò ignorante riguardo al modus operandi di un Consiglio Comunale… ma dati i miei personalissimi gusti, preferirei che un consigliere della mia città mi dicesse come si sta muovendo il Consiglio, ed in particolare il suo gruppo consiliare, riguardo al problema; leggermi un Ordine del Giorno potenzialmente ininfluente e poi la risposta abbastanza prevedibile ad accuse totalmente prevedibili mi interessa molto meno.

    (se ci aggiungi che la funzione di ricerca in http://www.comune.perugia.it/DelibereConsiglio/delibere.asp sembra non funzionare…)

    ciao, buon lavoro… e tienici informati

    Pietro